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Editoriale

FILANTROPIA

MASSIMO LODI - 21/04/2023

È nota la diffusa Varese del bene. O Varese del bene diffuso. La storia della generosa attenzione civica origina da un lontano passato, conta molti episodi, offre schiere di protagonisti. L’attraversa un filo conduttore di laterale riservatezza, silenzio operoso, garbo umile.

Dove le istituzioni non riescono ad arrivare, impossibilitate a provvedere sempre e ovunque, soccorrono i privati. In diversi settori, e in quello della salute principalmente. Basti pensare alla galleria dei filantropi di cui si fregia l’Ospedale, e che è stata di modello, ammaestramento, parametro a una fila di generazioni locali, comprese le ultime. Passa il tempo, cambiano mode-costumi-genti, resta immutato il marchio speciale di tensione al sostegno pubblico che ci contraddistingue.

In questo filone -oggetto di continui innesti della prodigalità d’alto profilo, come dimostra il recente reparto d’assistenza ai malati terminali, istituito alla Casa di riposo Molina nel nome di Italo Belli- si colloca il dono di due ambulanze alla Croce Rossa, a pro d’un servizio fondamentale che richiede mezzi sempre più numerosi/moderni oltre che un volontariato di forte/competente partecipazione.

Il gesto lo regala Anna Maria Bottelli, a lungo medico in prima linea nella Pediatria del nostro nosocomio e, durante una legislatura degli anni Novanta, pragmatico vicesindaco della città.

Lo ha voluto compiere in memoria dei familiari Anna Maria, sua omonima, Felice Giancarlo e Olga. Tre piccole, grandi persone. 1) Piccole perché comuni, appartenenti al macrocosmo della quotidianità che studia/lavora fuori di casa e si adopera dentro casa, provviste del virtuosismo della semplicità, dispensatrici dei tocchi d’umanesimo tesi a consolare i cuori. 2) Grandi perché capaci d’elevare le “cose di tutti i giorni” al rango di Cosa municipale, ovvero a visionario paradigma d’un comportamento meritevole d’insegnamento e séguito nella socialità in cui si vive. Vorremmo/dovremmo essere tutti così piccoli e così grandi, e meno male che ciclicamente spunta chi ci ricorda il monito e l’esempio. Verrebbe da dire. La Buona Notizia evangelica.

Di questo siamo grati a persone come Anna Maria Bottelli, cui dobbiamo un nuovo capitolo della diffusa Varese del bene. O Varese del bene diffuso. Che lo avrebbe scritto nel modo migliore, non sussistevano dubbi, conoscendone da anni su RMFonline la vena di firma dal distintivo tratto etico-professionale e dal genuino sentire popolare. Come l’avevano la sua omonima Anna Maria, e Felice Giancarlo e Olga. Questi piccoli grandi varesini di cui siamo orgogliosi: da loro, e da altri come loro, abbiamo imparato il mestiere di vivere.

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