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Sport

LA RIMPATRIATA

CLAUDIO PIOVANELLI - 14/07/2023

morseÈ davvero sconfinato l’amore che Bob Morse continua a nutrire nei confronti di Varese e dell’Italia in generale.

Che cosa abbia rappresentato Bob per il basket varesino ce lo ricordano i libri che per fortuna documentano le imprese della “valanga gialloblù”, quell’Ignis che per oltre un decennio ha dominato la scena nazionale ed europea. Morse, a suon di punti e di rimbalzi, ha “firmato” quattro scudetti (1973, 1974, 1977 e 1978), tre Coppe dei Campioni (1973, 1975 e 1976), una Coppa delle Coppe (1980, ultimo trofeo internazionale conquistato da Varese), una Coppa Intercontinentale (1973) e una Coppa Italia (1973). Per sei volte nelle nove stagioni trascorse con le maglie di Ignis, Mobilgirgi, Emerson e Turisanda ha primeggiato nella classifica dei marcatori del nostro campionato (1973, 1974, 1975, 1979, 1980 e 1981). Per chi è ancor più disposto ad approfondire l’argomento basket attraverso le cifre, aggiungiamo, citando Wikipedia, che negli 11 campionati disputati in Italia (tra il 1983 e il 1985 Bob Morse ha giocato a Reggio Emilia dopo tra stagioni trascorse in Francia, ad Antibes) ha segnato 27,8 punti e catturato 8,9 rimbalzi a partita tirando dal campo con il 60,9% di realizzazione.

Ma i numeri, questi numeri pur stupefacenti, non dicono tutto e soprattutto dicono nulla dell’uomo che, magari semplificando, potremmo definire l’amico ideale.

Ogni anno, ormai da diverso tempo, Bob ama trascorrere un periodo di vacanza in Italia. Lo ha fatto organizzando dei viaggi che hanno coinvolto amici ed ex compagni di università e Varese è stata sempre una tappa dei percorsi che hanno condotto questo gruppetto di statunitensi a scoprire e a gustare le molte cose da vedere a breve distanza dalla nostra città; pensiamo alle stupende località sui laghi Maggiore e di Como, a Lugano, a Milano…

Quest’anno però Bob Morse si è davvero superato. Per la prima volta ha condotto a Varese, dove ha vissuto una parte importantissima della sua vita e dove è stato e rimane una leggenda, tutta la sua bellissima famiglia, in tutto 11 persone, con la moglie Elizabeth, la ex moglie Jane (che molti varesini hanno conosciuto quando Bob ha giocato a Varese non solo perché moglie di Morse ma in quanto veterinario a Ponte Tresa), le figlie Jennifer e Amanda (entrambe nate qui), generi e nipoti.

E anche in questa vacanza Morse ha dato dimostrazione della sua meticolosità e della sua precisione: dapprima il folto gruppo ha trascorso una settimana di mare sul litorale laziale, poi la famiglia si è divisa perché qualcuno ha preferito soggiornare per qualche giorno a Torino e altri a Venezia o a Milano. Infine, tutti si sono ritrovati a Varese per gli ultimi giorni di vacanza.

La ciliegina sulla torta di questi giorni che lo stesso Bob ha definito memorabili è stata la visita alla casa di Ghirla dove Bob e Jane, con la figlia Jennifer, hanno abitato per quattro anni e dove è nata l’altra figlia Amanda. Un’emozione suonare il campanello, ritrovare la stessa famiglia che più di quarant’anni orsono aveva acquistato la villetta dai coniugi Morse (emozione sicuramente reciproca), visitare quei locali…

Tradizionali, poi, prima del ritorno negli Stati Uniti, sono state la serata a casa di Guido Borghi con molti ex compagni e le loro famiglie e la cena con altri amici varesini al ristorante Bologna, da sempre “covo” dei vecchi baskettari.

morse-familyOra Morse e la sua meravigliosa famigliona hanno fatto rientro negli States. Dopo l’estate Bob, che per molti anni ha insegnato lingua e letteratura italiana al Saint Mary’s College di Notre Dame in Indiana e poi alla Scuola Italiana di Portland, dove vive attualmente, riprenderà il suo corso avanzato online di italiano per studenti americani, un’attività che gli consente di restare attivo e di continuare a coltivare il suo grande amore per il Belpaese approfondendone oltremodo la conoscenza. Certosina, così come lo era da giocatore la sua metodica di allenamento, è la sua organizzazione del lavoro: “Gli studenti del mio corso sono una decina e ogni anno ci occupiamo di tre o quattro regioni d’Italia. A ogni studente assegno il compito di prepararsi in particolare su una provincia, così, nel corso dell’esposizione (che avviene naturalmente in lingua italiana), anch’io ho modo di approfondire i vari argomenti e di venire a conoscenza di dati che non conoscevo”.

Al prossimo anno, carissimo Bob!

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