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Editoriale

MISSIONE

MASSIMO LODI - 13/10/2023

sindacoCos’è cambiato nei due anni del secondo mandato Galimberti, ottobre 2021-ottobre 2023? Definitivamente poco. In prospettiva molto. Varese è un cantiere, non la si vedeva così da decenni. E questo è positivo, nuovo, incoraggiante. Se ne paga il prezzo in difficoltà del presente, viarie innanzitutto. Ma gl’investimenti hanno un costo, e bisogna sopportarlo. Certi che si verrà ricambiati.

Il sindaco è abile a pescare finanziamenti, cogliere le opportunità di svariati bandi, mettere a terra (terra locale) qualche preziosa risorsa del Pnrr. Mica uno scherzo. Son tutti bravi a parole, non tutti nei fatti. La città, questa città, sta adoperandosi meglio di altre, che non sanno spendere ciò che potrebbero. Va ricordato/memorizzato, perché quanto si realizzerà nella transizione post Covid andrà a vantaggio delle generazioni in divenire e di quelle a venire. Merito tanto più rilevante quanto meno lo è la partecipazione popolare alle sorti della cosa pubblica.

Quando nel 2016 Galimberti iniziò il suo primo mandato, era epoca di spirito civico diffuso, sentito, passionale. Fu determinante per vincere. Oggi prevale il distacco da politica, istituzioni, urne. Trionfa il semplicismo/l’indifferenza, mancano idee di alternativa progettualità, prevalgono polemiche minimali e demagogiche. Ne conseguono maggiori ambasce a governare: se l’asticella del confronto/delle idee si alza, ne guadagna la comunità. Se il livello della sfida si banalizza, perde lo spirito migliorativo.

Questo per dire che il Galimberti del secondo mandato si trova soprattutto a competere con sé stesso, come un maratoneta che guardi al tempo personale anziché al passo degli avversari. È la gara più difficile, ma anche la più intrigante. Dimostrare che la fiducia nelle proprie scelte prevale sul timore delle obiezioni altrui. Quali, poi? Certo, la quotidianità indica problemi irrisolti di decoro, ordine, ambiente, traffico, servizi eccetera. Ma riconducibili a una complessità che solo il rinnovamento progressivo, la metamorfosi urbana, può (forse) risolvere.

Nei prossimi tre anni Varese si aspetta la chiusura di tanti cerchi aperti. Un colpo d’acceleratore, la selezione degli obiettivi/delle precedenze, lo sguardo attento a considerare minuzie (particolarità, contorni, periferismi) affatto tali. Premiata da sport, turismo, cultura per benemerite iniziative, non deve sprecare l’occasione di affermare un’identità degna del terzo millennio. Insomma: pensare in grande, lavorare al piccolo dettaglio. Non solo un compito amministrativo. Una missione epocale, dati i tempi. Roba da sacerdozio laico, chissà se Galimberti prenderà anche questo voto. Comunque, auguri.

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