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Ambiente

VARESE MERITA IL MASSIMO NELL’ARREDO URBANO

ARTURO BORTOLUZZI - 07/12/2012

Opere di Mario Negri in mostra all’Aprica nel 2008

Ancora sulla questione della statua da posizionarsi nella piazza del Tribunale di Varese.

La questione è interessante, vertendo su un aspetto che riguarda l’arredo urbano varesino. Riguardo alla proposta portata in avanti dall’assessore alla cultura del Comune di Varese di mettere al posto dell’orrido gazebo (finalmente tolto) una statua di Salvatore Fiume, torna in mente un’analoga proposta fatta dall’ex sindaco di Varese, Fumagalli sempre a prezzo zero per la comunità varesina.

Allora la si era criticata, non tanto per l’artista esecutore, di indiscutibile valore, ma perché la statua proposta era una fusione post mortem, e quindi di un falso. Il fatto che questa statua derivasse da un calco originario di Fiume non le faceva perdere l’appellativo di falso… d’autore; un’opera dunque… falsa perché ascrivibile a un Salvatore Fiume già morto.

La proposta assessorile potrebbe non avere alcun riferimento con quella formulata dall’ex sindaco e potrebbe andare quindi benissimo. Gli lascio cortesemente di chiarire questo aspetto non proprio marginale fornendo le prove del caso.

Discuto, invece, del merito e dei contenuti del referendum popolare. È giusto sentire l’opinione dei cittadini laddove il Comune intendesse posizionare una statua legata a un accadimento storico del territorio. Ci vorrebbe però una forte preparazione sociale e sarebbe giusto che vi fossero più statue sulle quali scegliere. Non avrebbe nessuna ragione il referendum per quanto riguarda l’arte contemporanea che necessiterebbe di una preparazione superiore da parte dei cittadini. Costoro, allora, sarebbe giusto che indicassero attraverso un referendum non la statua ma le persone facenti parte di un comitato scientifico che possa decidere quale statua sia da preferirsi in base anche in questo caso a una pluralità di concorrenti.

Ragioni unicamente sentimentali mi conducono a proporre: perché non tenere in conto anche una statua di Mario Negri che ha una propria opera nella vicina Villa Cagnola (o in alcuni dei più importanti musei del Novecento italiano)? Di Negri esistono grandi opere originali che dimorano presso la sede del Credito Valtellinese di Milano (Stelline), sede che potrebbe essere chiamata a stipulare un comodato.

Negri fine scultore milanese di residenza, ma originario di Tirano (1916-1987) era stato amico di Giacometti, di Alberto Martini, di Lamberto Vitali, di Gian Alberto Dell’Acqua, di Franco Russoli, di Giorgio Soavi. Aveva scritto di Giacometti su Domus, rivista di Giò Ponti, del luglio1956 un testo illuminante e innovativo, dal titolo “Frammenti per Alberto Giacometti” con le straordinarie foto di Ernst Scheidegger che due anni dopo pubblicherà la prima monografia fotografica su di lui.

La proposta di Negri la faccio anche perché l’idea che la scultura debba vivere innanzitutto all’aperto nella spazio naturale era molto radicata in Mario Negri e la sua stessa opera, d’altronde, avrà sempre quel connotato di monumentalità in grado di dispiegarsi pienamente solo all’aperto. Il concetto di scultura all’aperto non doveva dispiacere neppure a Giacometti che a ventotto anni, nel 1927, aveva realizzato un’installazione di tre sculture all’aperto; tre figure in un alpeggio a Maloja, poi distrutte, ma che Max Ernst vide, probabilmente nel suo soggiorno a Maloja nel ’34 e dalle quali ricavò ispirazione per il suoi asparagi lunari del 1935.
Riguardo l’opera di Mario Negri invito a vedere la trasmissione della televisione svizzera sul sito Internet www.youtube.com/watch?v=6x7YPuSOLaY (che documenta le esposizioni di Mario Negri alla Grace Borgenicht Gallery di New York nel 1958 e successivamente alla Galleria del Milione di Milano nel 1967) ovvero leggere l’introduzione della mostra a Matera del 2001 al sito internet http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=negri .

Questa segnalazione vale solo come una proposta e niente toglie rispetto a quanto detto sul referendum. Statue anche da parte di artisti varesini, anche di notevole spessore culturale, attraverso un prestito gratuito, potrebbero essere conseguite dal Comune di Varese senza troppa difficoltà.

Si potrebbe anche domandare un apposito finanziamento alla Regione Lombardia che ha da poco anche tenuto un bando proprio sulla cultura.

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