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Attualità

LA VECCHIETTA DI ELEUSI

LILIANO FRATTINI - 25/01/2013

Voglio subito proporre a chi legge una storia singolare, stupefacente, che era stata ripresa e commentata anche dal famoso storico delle religioni e dello sciamanesimo, il romeno Mircea Eliade. Il fatto accadde in Grecia nel 1940 e la stampa ellenica dette ampio spazio e continuità allo straordinario avvenimento che ebbe moltissimi testimoni. Il quotidiano greco che si soffermò di più sull’argomento fu Hestia.

L’accadimento è passato dalla cronaca alla storia come “Il prodigio di Eleusi”. Qualcuno scrisse che il fenomeno era un segmento della mitologia cristiana di Demetra, la dea figlia di Crono e di Rea, sposa di Zeus venerata a Eleusi, dove si celebravano i misteri eleusini.

Ma veniamo al fatto. Tutto cominciò a una fermata d’autobus della linea che collegava Atene a Corinto. Una donna anziana salì su un autobus sapendo di non disporre neanche di una dracma. Completamente squattrinata. L’autista cominciò a protestare intimando alla vecchietta che doveva scendere senza discussioni, altrimenti si rifiutava di far ripartire l’automezzo. La donna, scontenta, esaudì la richiesta del conducente. Al momento di riavviare il motore, però, l’uomo si rese conto che ogni tentativo era vano. L’autobus non ripartiva. Alcuni passeggeri scambiandosi impressioni fra di loro si convinsero alla fine che, fallito ogni tentativo, non restava altro che far risalire la donna e loro avrebbero pagato per lei il biglietto per Eleusi. La colletta andò a buon fine e l’autobus ripartì senza alcuna difficoltà, con la vecchia che manifestò il suo disappunto commentando che i passeggeri avrebbero dovuto farlo prima quel gesto, tacciandoli di essere degli egoisti che non meritavano alcuna comprensione. Li minacciò di severi castighi per il modo in cui riteneva vivessero. Vaticinò sciagure, guerre, morte, dolori terribili, distruzione di intere nazioni. Stupore, inquietudine e risentimenti fra i passeggeri che ribatterono aspramente alla “cassandra” confinata in fondo al mezzo. Lei sbraitava ma nessuno si rivolgeva direttamente a lei. Quando qualcuno girò finalmente la testa indietro si accorse che non c’era più, era scomparsa improvvisamente dopo che c’era stata una pausa di silenzio. Nessuno l’aveva vista scendere, nessuna era passato davanti, nessuno aveva dovuto spostarsi per farla passare. Grande turbamento e sconcerto.

Le numerose testimonianze dei passeggeri dell’autobus diretto a Eleusi concordarono nella versione che “la donna era sparita, come d’incanto, misteriosamente”.

Se trasferiamo simbolicamente a oggi quell’episodio quanta gente vediamo scendere dall’autobus della vita, scendere nello sprofondo dell’anima, nel gorgo della miseria, nel fango dell’abiezione. Non siamo vincolati al pagamento di una tariffa per il nostro prossimo, non ci attardiamo a chiederci perché quello o quella non hanno soldi per pagare il biglietto per vivere. Ci spazientiamo, protestiamo, urliamo, bestemmiamo rivendicando i nostri diritti e accusiamo quelli che ci governano! Per non avere qualcuna/o fastidiosa/o fra i piedi facciamo elemosina e così l’autobus delle coscienze sollevate riparte con maledizioni, facendo scomparire il fastidioso o la fastidiosa.

Forse bastava una stretta di mano, un colpetto sul braccio, una carezza segno di una consapevolezza morale, solidale. Una disponibilità al dialogo, al confronto.

È stato scritto che l’esistenza umana, proprio come la vita universale, è soltanto lo stigma di una sconfitta divina, che la cosmologia è un gesto disperato di Dio per salvare una parte di se stesso, così come la creazione dell’uomo è un gesto estremo della materia per tenere prigioniere le particelle di luce. In tutto questo l’uomo ha in sé una particella dell’anima divina nonostante l’argomentazione, non nostra, che Dio non si cura dell’uomo ma dell’anima per ricompensare sempre se stesso.

Sull’altro fronte la patristica ha elaborato una dottrina ortodossa severamente critica delle eresie gnostiche che si poggiavano sul dualismo anticosmico e sul rifiuto dell’incarnazione, della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. La Bibbia ha altre coordinate, altre leggi, una solida teologia, cosmogonia e antropologia. Dio ha cominciato un’opera cosmogonica creando la materia e come tocco finale ha creato l’uomo corporeo, sessuato e libero a Sua immagine e somiglianza. Uno studioso francese sostiene che “il problema non è tanto di ritornare alla nostra condizione precedente, primigenia, come nel mito gnostico quanto piuttosto di tendere, senza volgersi indietro, verso ciò che è davanti a noi, verso la creazione che verrà e che deve ancora farsi. Il cristianesimo non è una dottrina del ritorno come sono invece la gnosi e il neoplatonismo, ma una dottrina della creazione”.

L’elemento fondamentale di una perfetta ierofania è che Dio si è completamente incarnato in un essere concreto e storico, il Figlio consustanziale con il Padre. È l’incarnazione del Logos.

 Sono convinto che dobbiamo impegnarci per far recuperare all’uomo il disegno divino dell’innocenza, della possibilità per le creature umane di effondere empiti d’amore, di bene, di solidarietà, di rispetto per far capire che quello che non si vede è una realtà innegabile, vera, sostanziata nel Verbo che si è fatto carne ed ha abitato fra noi e da sempre vive con noi, testimonianza della grandezza e della potenza di Dio.

Un etnologo, Holger Kalweit, in un suo lavoro osservava che “attualmente prevale la tendenza a identificare il pensiero estraneo con un pensiero sbagliato”. E aggiunge “I miti sono utilizzati con una certa facilità per sottolineare le ingenuità di pensiero delle società naturali… e il mito del pensiero primitivo è un ospite gradito nella casa della scienza. Non sembra – scriveva Kalweit – tuttavia un segno di forza che la nostra scienza abbia bisogno di un predecessore sottosviluppato per porre se stessa alla ribalta dell’evoluzione”.

Forse la vecchietta di Eleusi sparì dalla vista di quei passeggeri perché volevano rimuovere dalle coscienze sensi di colpa, di responsabilità. Forse ebbero paura non consapevoli che il buio non è fuori ma dentro chi non vuole liberarsene lasciando entrare la luce e scoprire che la Parola che sembra “strana” è la più naturale che ci sia.

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