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Storia

IL CAPITANO MORENO, PIONIERE DELL’AVIAZIONE

ROSALBA FERRERO - 15/03/2013

Il 19 marzo 1913 era una bella giornata di sole senza vento, una giornata come tante alle quali siamo abituati nel mese di marzo. L’atmosfera era tranquilla, favorevole al volo: alle sette e un quarto, come ogni mattina, dalla caserma un gruppo di ufficiali e allievi piloti si recò agli hangars per procedere ai voli di addestramento sotto la direzione del Tenente Calori. Il primo a levarsi in volo, per ‘assaggiare l’aria’, fu il capitano Biego, a bordo del suo Caproni. Tornò da Turbigo annunciando che non intendeva proseguire nei voli perché c’era ‘fiacca’.

Il Capitano Moreno fece preparare il suo Nieuport 50 HP: voleva esercitarsi nei ‘planés circolari’, scopo della sua presenza a Somma Lombardo; l’apparecchio fu ‘minuziosamente controllato’, e poco dopo le otto avvenne il decollo ( l’orologio del Capitano fu ritrovato fermo infatti alle nove meno tre minuti).

L’aviatore fece due giri intorno al campo salendo a circa quattrocento metri d’altezza e si dispose per scendere ‘a planés’: la Cronaca Prealpina riferisce con precisione che “iniziava infatti il planés un centinaio di metri prima della strada che attraversa il ciglione e ad una altezza di trecento metri spegneva il motore dell’ aeroplano” – per diminuire sensibilmente la velocità e per scendere con un volo plané a spirale, esercizio a cui si stava allenando poiché era richiesto per il brevetto militare che intendeva conseguire – “fu colpito da un ‘remours’ che fece traballare l’apparecchio… gli ufficiali si accorsero che l’aviatore non ristabiliva l’equilibrio e lo videro scivolare sull’ala sinistra e precipitarsi a picco” … Al suolo un mucchio di rottami… le ali, il motore sfasciati… La ricerca della causa della tragedia che si era consumata in una manciata di secondi sotto gli occhi dei colleghi ufficiali portava ad escludere il guasto meccanico: fu verificato che ‘i comandi erano intatti’. Senz’altro il Capitano era esperto ma doveva aver perduto la padronanza del monoplano quando aveva iniziato a traballare e ad inclinarsi sull’ala sinistra. Per alcuni non era una giornata adatta al volo: l’aria troppo ‘rarefatta’, non ‘sosteneva’ un apparecchio.

La Cronaca Prealpina del 19 marzo 1913 diede gran risalto allo “spaventoso incidente” accaduto a Somma Lombardo: un cronista accorse subito nell’ampia brughiera che si stendeva intorno alla Cascina della Malpensa: e nelle edizioni del pomeriggio anche La Stampa e Il Corriere della Sera riportavano la notizia che “aveva destato molta impressione”.

Unanime il cordoglio a Gallarate, a Torino, Novara, Oneglia, Mondovì, Foligno, a Milano dove Moreno era conosciuto e apprezzato; alle esequie solenni parteciparono autorità militari e civili e tutto lo staff della Scuola di Aviazione della Malpensa. Scrissero che era caduto in volo un eroe della Patria.

Gustavo Moreno era un pioniere dell’Aviazione Militare d’Italia. Nacque nel 1870 a Torino, ove si iscrisse all’Accademia militare nel 1888 e successivamente alla scuola di artiglieria di Genova; dal 1900 faceva parte del primo reggimento artiglieria da montagna. Sviluppò la sua passione per il volo a Torino dove nel 1909 fu fondata la SAT, Società Aviazione Torino che divenne poi SAI, Società Aviatori – Aeronauti Italiani; ma l’aviazione non era ancora presente come Arma. Nel 1911 divenuto capitano del Genio fu comandato a Somma Lombardo per frequentare il corpo dei piloti aviatori; si iscrisse alla scuola Caproni di Vizzola Ticino dove conseguì il brevetto di pilota nel gennaio del 1912 su un apparecchio HP 35 e ciò gli permise di essere trasferito al Battaglione Specialisti di Torino, ove si stava formando il primo consistente gruppo di piloti dell’Esercito. Per conseguire il brevetto di pilota militare tornò a Somma Lombardo dove aveva iniziato la sua carriera, volando su un vecchio Bleriot e divenne comandante della Scuola Militare. Era davvero ‘un eroe dell’aria’, un pioniere dell’aviazione ardimentoso ma prudente, consapevole dei rischi che correva volando sui primi fragili monoplani in dotazione all’esercito italiano. Fa quasi sorridere la foto che accompagna il pregevole libro voluto dall’Associazione Arma Aeronautica di Gallarate e curato da Roberto Azzalin e Marcello Tronconi, per commemorare il centesimo anniversario dell’ultimo decollo del Moreno. E proprio la sezione di Gallarate dell’Associazione Nazionale Arma Aeronautica riporta nel labaro la dedicazione al capitano pilota Gustavo Moreno. Le cronache del 14 marzo 1914 riportano che fu inaugurato a Somma Lombardo un monumento funebre a lui dedicato; l’opera dello scultore torinese Bottinelli è un blocco di granito grigio sormontato da un’aquila ad ali spiegate: alla base, seduto sul suo monoplano al posto di manovra, il Capitano, “anima generosa, ardito aviatore caduto olocausto alla Patria”.

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