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Divagando

IL “DEL PONTE” TRA I DANNI DEL MANCATO PGT

AMBROGIO VAGHI - 29/03/2013

Il progetto del nuovo “Del Ponte”

Coloro che tra qualche tempo trarranno un bilancio in costi e benefici del ritardo con cui il Comune di Varese avrà finalmente deliberato il suo Piano di Governo del Territorio dovranno sicuramente aggiungere ai tanti danni lamentati dagli organismi professionali e dagli imprenditori dell’edilizia, anche quelli della emblematica vicenda dell’Ospedale Del Ponte trasformato in grande polo materno- infantile. Una operazione di notevole valenza per il complesso delle strutture sanitarie varesine ma che ha tutte le premesse per diventare un ulteriore elemento di soffocamento, se non addirittura di blocco, della mobilità in una vasta area semi-centrale come quella di Giubiano.

Il problema è emerso con forza appena si è dissipato il polverone sollevato dall’abbattimento del Padiglione Vedani. Un padiglione di recente costruzione, frutto di un lascito generoso di mirata destinazione, parte essenziale dell’Ospedale Del Ponte. Una demolizione per fare spazio al futuro polo materno-infantile, il tanto celebrato “Ponte del Sorriso”, di cui si parlava da anni senza ben conoscere dimensioni e impatto nel territorio. Qualche preoccupante segnale era giunto negli ultimi tempi allorquando, alla ricerca di spazi per dare adeguati autoparcheggi al futuro ospedale, il Comune aveva compiuto la contestata scelta di ricavare i posti macchina sotto il parco di Villa Augusta.

Tuttavia dobbiamo assegnare al polverone del povero e defunto Padiglione Vedani il risveglio del’interesse dei varesini. Persone di varia provenienza culturale e sociale, tra i quali diversi e prestigiosi “addetti ai lavori” in campo medico, hanno dato vita ad un combattivo comitato avente come scopo prioritario quello di contrastare la costruzione del polo materno-infantile al Del Ponte consigliando la sua collocazione nel vecchio Circolo, dove esistono sedimi ed ampi spazi ormai dismessi. In sostanza un ospedale unico. Per ottenere migliore funzionalità, minori costi di gestione ed evitare uno sperpero di pubblico denaro.

Per la verità dobbiamo dire che la città, il Comune di Varese, le varie forze politiche per parecchio tempo hanno dimostrato un certo disinteresse al problema, disattenti a sviluppi negativi forse evitabili.

Quando l’idea della collocazione a Varese di un polo materno infantile con valenza provinciale o sovraprovinciale fece anni fa i primi passi, fu accolta con comprensibile compiacimento. L’Azienda Ospedaliera condivise (o promosse?) l’intento e lo sponsorizzò in Regione. In qualche settore l’entusiasmo prese la mano. Macché polo sovraprovinciale …possiamo farne un polo nazionale al pari di quelli celebri di Firenze e di Genova. Ecco dunque “Il Ponte del Sorriso”, la ricerca di sostegni ed impegni privati e quant’altro fosse indirizzato alla realizzazione del progetto. Il quale andava avanti, pur tra qualche perplessità sulla collocazione apparsa in Consiglio Comunale fin dalle origini. Comunque, avanti adagio… quasi fermi. Nel 2007 viene nominata una commissione di tre consiglieri comunali che, dopo due anni di studi, ha pronte delle proposte da sottoporre alla Conferenza dei capigruppo. Ma prima c’è un incontro in Consiglio Comunale, siamo al 2009, col Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Varese, Walter Bergamaschi. Ormai si conosce da qualche mese il progetto di trasformazione del Filippo Del Ponte: demolizioni per far spazio a un nuovo blocco di otto piani fuori terra e di altri due interrati, nessun posto macchina interno, tutto il sedime dell’Ospedale cementificato, tolto anche l’ultimo filo d’erba. Eppure il sindaco Fontana in apertura di seduta afferma con soddisfazione che la Regione attraverso Bergamaschi “…ha tenuto conto in grande misura” le indicazioni venute dal Consiglio Comunale di Varese! E Walter Bergamaschi, perché i consiglieri non si facciano illusioni, garbato nella forma ma brutale nella sostanza, si dichiara soddisfatto della “condivisione” comunale ma precisa subito che la responsabilità è tutta dell’Azienda Ospedaliera.

Quella da lui stesso diretta che ha in dovere di “portare avanti il progetto ormai definito con buona parte dei finanziamenti già assicurati per la struttura”. In verità non nasconde che il Ponte del Sorriso è ancora tutto da guadagnare perché “…una cosa è la struttura, altra cosa è tutto il resto occorrente, dobbiamo ancora guadagnarcelo”. In altre parole, noi andremo avanti fin dove arriveremo coi soldi disponibili. Nella mente dei più attenti consiglieri è la conferma dei limiti dei loro poteri rispetto a quelli spettanti alla Regione. Ma l’organizzazione generale della vita cittadina è nostra, paiono voler dire gli interventi di alcuni così come si evince dal verbale della seduta. Il consigliere Nicora giudica estremamente invasivo il palazzone ai piedi del colle di Giubiano e chiede di subordinare il progetto alle indicazioni del futuro Piano di Governo del Territorio anche per la contiguità col progetto di unificazione delle Stazioni Ferroviarie. Richiesta che in modo puntuale viene ripresa da Cacioppo, capogruppo dell’opposizione PD, che sollecita i tempi di approvazione del PGT col quale il progetto del “Ponte del Sorriso” dovrebbe andare in parallelo in senso funzionale. Unico modo per tentare di risolvere quelle difficoltà che già al momento si evidenziavano per l’inserimento del nuovo polo nel tessuto urbano.

Una impostazione corretta, non seguita purtroppo da un sistematico controllo. Così mentre il progetto Del Ponte ha iniziato a realizzarsi, il PGT, che avrebbe dovuto verificarne preliminarmente la congruità, è rimasto ed è ancora al palo! Non solo ma nella recente seduta del Consiglio Comunale, per le ragioni più diverse, la stragrande maggioranza dei consiglieri non ha ritenuto opportuno di bloccare i lavori. Chi per non riconoscere onestamente una precedente errata valutazione, chi paventando il pagamento di pesanti penali per le opere già appaltate, seppure pochi intimamente convinti della collocazione. Una soluzione palesemente errata non è stata corretta per mancanza di coraggio. Sparuto il gruppo dei palesemente contrari.

Rimane da sperare che la scelta di avere Il Ponte del Sorriso nel luogo sbagliato non ci porti anche ad avere un Ospedale incompiuto per mancanza dei finanziamenti ancora necessari. Vedremo se Bergamaschi, che ora ha in mano le chiavi di tutta la sanità Lombarda, ci eviterà almeno questa beffa. I guai urbanistici rimangono tutti aperti. Al Comune di Varese l’onere di risolverli alla meno peggio.

Ci sembra il caso che vada riconsiderata a fondo l’impostazione del PGT di cui si è sentito più volte parlare. Secondo la quale si tratterebbe semplicemente di inserirvi i piani delle Stazioni, della Caserma-Teatro, della Gasparotto-Borri, del recupero del vecchio Collegio S. Ambrogio-Università e quant’altro preventivamente definito con accordi di programma. Tessere già pronte, secondo alcuni, per il grande mosaico. Una impostazione da rovesciare. Prima si determini il grande mosaico, il PGT con la visione strategica degli interessi generali della città, poi si valutino le singole tessere predefinite, condizionate in genere da pesanti interessi privati. Di errori urbanistici da sanare, come quello del polo materno-infantile collocato a Giubiano nel discutibile modo che sappiamo, Varese ne ha già a sufficienza.

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