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Divagando

UN ADDIO MEDITATO

AMBROGIO VAGHI - 12/04/2013

Nei giorni scorsi a Varese la morte di Cristina Basili, una professoressa del liceo linguistico Manzoni, è stata sentita come un lutto cittadino. Sentimento raro per una città solitamente fredda, distaccata, affaccendata nelle quotidiane esigenze del vivere.

Sarà stato il suo improvviso addio alla vita, avvenuto sul divano di casa tenendo tra le mani un libro amato. Sarà stato l’ampio apprezzamento di “missionaria della scuola” raccolto in molti anni tra i numerosi colleghi e i tantissimi giovani, ai quali aveva trasmesso saperi riuscendo a far sorgere in loro nuova cultura, impegno, libertà e interesse civile. Una vita vissuta, la sua, come missione dell’insegnamento, ricordata, narrata dalle testimonianze di tanti amici, colleghi, allievi che si sono succeduti nella commovente cerimonia funebre celebrata nella chiesa di Sant’Agostino, la parrocchiale del rione di Valle Olona. Tra di essi la “nostra” Luisa Oprandi che già aveva inviato al nostro RMFonline una toccante lettera, pubblicata la scorsa settimana, sulla figura della cara collega. Una folla immensa raccolta nel dolore a gremire navate e sagrato del luogo sacro.

Al momento del saluto del feretro la notizia che Cristina per il suo ultimo viaggio ha indicato il tempio crematorio di Giubiano. Poi l’urna con le sue ceneri sarà conservata nella casa degli amati genitori. Nessuna sorpresa per la cremazione. La Prof chissà a quanti avrà fatto cenno in vita di questa scelta. Ha creato invece una diffusa meraviglia la destinazione “casalinga” delle ceneri, possibilità ai più ancora ignota.

A Varese la pratica crematoria da tempo non è una rarità, anzi è un rito assai diffuso. Risulta che per la prima volta, nell’anno 2012, più di un defunto su due è stato cremato nel tempio comunale di Giubiano. Ben 482, cioè il 52 % del totale dei 926 cittadini venuti a mancare, ha scelto questo rito. Un risultato clamoroso frutto dei tempi ma sopratutto dell’azione di promozione culturale che da ben 133 anni svolge in città e provincia SO.CREM Varese. L’associazione fondata nel lontano 1880, tra le prime in Italia, da alcuni noti maggiorenti con a capo, primo presidente, il cavalier Cesare Veratti allora proprietario della Corte, cioè l’odierno Palazzo e giardino Estense. Per l’esattezza un notevole impulso alle cremazioni è avvenuto soltanto dal lontano 1963 allorché la Chiesa cattolica, che da sempre aveva riprovato la cremazione dei cadaveri, mitigò assai le disposizioni contenute nel Codex Iuris Canonici del 1917. Infatti nel nuovo Codice il Canone 1176 del libro IV al §3 dichiara: “La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”.

Varie, complesse, intime sono le ragioni di chi sceglie la cremazione. Vanno dall’ecologismo (lasciamo più terra ai vivi ) a concetti di igienicità o di economia, a tanti altri indefinibili motivi. Scelte intime da non indagare. Diversa e meno conosciuta invece è la possibilità della conservazione delle ceneri nel domicilio dei congiunti.

La prevede espressamente una legge dello Stato del 2001 (n. 130) che ha introdotto importanti innovazioni per quanto riguarda la destinazione delle ceneri dei defunti. Da qui la norma che ha concesso ai genitori di Cristina di conservare nel loro appartamento l’urna con le sue ceneri. Sarà per gli addolorati anziani papà e mamma come sentire la vicinanza della cara figlia col sollievo di immaginarla ancora presente ad animare quelle stanze.

A questa facoltà di conservazione delle urne nelle abitazioni, la stessa legge aggiunge la possibilità di dispersione delle ceneri dei cremati in natura… campi, boschi, montagne, acque. Una scelta questa già espressa per iscritto da tanti soci della SO.CREM. Tra i luoghi indicati dai varesini per disperdere al vento le loro ceneri vengono privilegiati particolarmente il nostro Sacro Monte e il Campo dei Fiori. I motivi? Diversi e intimi: ecologici, romantici, affettivi, mancanza di eredi che accudiscano le tombe…

La Chiesa osteggia la dispersione delle ceneri fuori dai recinti cimiteriali. Anche tra le numerose associazioni cremazioniste italiane è vivo il dibattito tra favorevoli e contrari. I cimiteri sono, e si auspica rimangano, i luoghi della memoria collettiva delle locali comunità.

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