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Attualità

CENSURATA NEFERTITI “REGINA DEL NILO”

FRANCO GIANNANTONI - 17/05/2013

Non c’è più un limite alla vergogna in questo Paese. Mentre in piazza a Brescia parte del governo e del parlamento attacca il potere giudiziario (fatto squisitamente eversivo) fra lo stupore smarrito della contro parte, il Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno dei giudici, trasformatosi per l’occasione in organo censorio di chi dice la verità, nemico dunque del grande compromesso/inciucio nazionale, quello che qualche anima bella inquadra come la “stella cometa” per una generale ripresa etica e morale (con Berlusconi condannato in appello per frode fiscale e Formigoni rinviato a giudizio per associazione a delinquere e corruzione) ha “censurato” il Procuratore minorile di Milano Anna Maria Fiorillo che la famosa notte della “nipote di Mubarak” (27 maggio 2010) espresse il suggerimento di affidare la ragazza marocchina, sospettata di furto, ad una Comunità di accoglienza mentre il presidente Berlusconi dall’Ambasciata di Parigi con il cellulare di un uomo della sicurezza suggerì alla Questura di Milano “per evitare un incidente diplomatico con l’Egitto” di affidare la procace giovinetta, frequentatrice (si saprà dopo) delle “cene eleganti” di Arcore, a tale Nicole Minetti promossa sul campo “Consigliere Ministeriale Regionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

La vicenda è nota in tutto il mondo: la “diplomatica” Minetti, ex “igienista dentale” di Berlusconi, una volta avuta la ragazza fra le braccia la “girò” immediatamente a un posto sicuro, la casa di una prostituta con cui la “nipote di Mubarak” (diranno le cronache), litigò duramente prima di andarsene da altre parti.

In questa Italia in ginocchio, mentre la Pm Fiorillo, in istruttoria e in aula, testimonierà che quell’insolita prassi le aveva procurato “notevoli perplessità” per l’inopportunità di affidare una minorenne, a persona estranea alla famiglia senza l’intervento dei Servizi Sociali, tanto da non autorizzare di seguire quell’insolita strada, il Consiglio Superiore della Magistratura, a cui il magistrato si era rivolto per avere una “tutela”, è stata punita. Censurata. Peserà sul futuro della sua carriera. Così impara.

Stia più attenta” ha detto in parole povere il Csm. “Stia al suo posto”. Non vada per Tv (per esempio dalla Lucia Annunziata il 10 novembre) a mettere in dubbio (ecco il punto) le parole dell’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni che aveva dichiarato come la Questura avesse ottemperato agli ordini ricevuti dal magistrato. Che tutto era stato regolare. Che lei, il Pm, era dalla parte del torto.

Ora va bene tutto ma che si faccia credere che una telefonata da Parigi in piena notte del premier Berlusconi a un povero Commissario di polizia non possa non lasciare il segno nei comportamenti successivi, è una storiella a cui pochi possono credere.

A dire il vero anche il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati non aveva mancato sulle prime di far sentire la sua voce “La fase conclusiva della procedura d’identificazione, foto segnalazione e affidamento della minore è stata operata correttamente

La magistrato Fiorillo aveva ribadito, immediatamente dopo, il suo pensiero: “Le parole del Ministro che sembrano in accordo a quelle del Procuratore non corrispondono alla mia diretta e personale conoscenza del caso. Non ho mai dato alcuna autorizzazione all’affido della minore. Se Ruby è la nipote di Mubarak, io sono Nefertiti, regina del Nilo”.

Quando Fiorillo chiede al Csm una “pratica a tutela” non solo sua ma di tutti i magistrati contro le menzogne del Governo, il Csm archivia senza ascoltarla.

La verità è che il clima “inciucesco” di questa sedicente seconda “pacificazione nazionale” (la prima fu quella invano rincorsa dal ministro Togliatti con l’amnistia del 1946 che aprì le porte del carcere a tutti i fascisti, piccoli e grandi criminali) non deve essere turbato. A chi importa la “piazzata” di Brescia, città medaglia d’oro della Resistenza bagnata dal sangue di Piazza della Loggia? A chi importa la sequela di minacce del Cavaliere della Mediaset al “cancro del Paese”, quella magistratura “politicizzata” che rema contro la sua personalissima visione del potere? A chi importa che il magistrato Fiorillo si becchi una “censura” appesantita dall’avvio di un ‘inchiesta disciplinare “per aver violato il dovere di riserbo” (cioè aver detto la verità) avviata dall’Ufficio del Procuratore Generale della Cassazione Betta Cesqui?

Questa signori è l’Italia d’oggi, mentre, per la serie “accanimento giudiziario” il Pm Ilda Boccassini ha chiesto lunedì per Berlusconi (processo Ruby Rubacuori) una condanna a sei anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, ritenendolo reo di “prostituzione minorile” e “corruzione” (allora la nipote di Mubarak è una balla colossale!) e a Napoli è iniziata l’indagine, sempre contro l’ex premier, per l’accusa d’aver comperato al mercato nero senatori della Repubblica (ammissione del senatore De Gregorio, “l’acquistato”: un milione di euro subito e due fuori busta dopo). Meno di Ruby che a sentire la Pm Boccassini avrebbe incassato in tutto 4 milioni e mezzo.

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