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Cultura

GLI STORICI TRASLOCANO A VILLA MIRABELLO

SERGIO REDAELLI - 21/06/2013

“Varese non può disconoscere la propria storia risorgimentale” dice il professor Giuseppe Armocida e, a suggello di questo principio, la Società Storica Varesina ha firmato una convenzione con Palazzo Estense per istituire la propria sede nel museo del Risorgimento a Villa Mirabello. Lo ha annunciato lo stesso  Armocida in un incontro con i soci avvenuto nella sala dei Musei Civici, davanti al capolavoro di Eleuterio Pagliano che racconta lo sbarco dei Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende il 23 maggio 1859. “Qui ha sede anche la sezione varesina dell’Istituto Nazionale del Risorgimento voluto dal professor Romano Ugolini – ha aggiunto – In futuro sarebbe bello esporvi la “Morte di Ernesto Cairoli” di Federico Faruffini, un altro quadro-simbolo del Risorgimento varesino conservato a Pavia” (l’iscrizione all’Istituto costa 25 €, chiaraambrosoli@hotmail.com).

L’evento ha un indiscutibile valore simbolico. Varese si riprende la sua anima risorgimentale e la addita finalmente ai giovani come esempio da seguire. La città che fu teatro d’importanti battaglie, la prima in Italia a nominare Garibaldi cittadino onorario e la prima provincia, con Luino, a erigere un monumento al Generale nel 1867, l’eroe vivente, torna a essere fiera del proprio passato. Non è poco, dopo anni d’abbandono delle memorie ottocentesche. Ora l’obiettivo è attualizzare la storia lavorando con i ragazzi delle scuole, promuovendo mostre e convegni, mettendo a disposizione di allievi e studiosi una vasta biblioteca di studi patrii.

“Lo abbiamo già fatto quest’anno con gli alunni del liceo classico e i risultati sono stati incoraggianti – spiega Serena Contini, curatrice della sezione risorgimentale – Al termine della sperimentazione, durata tre mesi, gli studenti hanno ammesso di essere stati soggiogati dal fascino della ricerca delle fonti storiche e di essersi sentiti orgogliosi di essere varesini. L’anno prossimo lo faremo ancora. Con l’aiuto della Società Storica Varesina, contiamo di far diventare la sala di Villa Mirabello un luogo di rappresentanza per riunioni, convegni, visite guidate e un palcoscenico della  vita culturale”.

Il riaperto museo garibaldino contiene cimeli e documenti d’epoca, divise originali e l’eccezionale collezione di armi bianche e da fuoco che videro coraggiosa protagonista Varese, le sue donne, la gioventù e le istituzioni al fianco di Garibaldi nel 1859. Sono esposti i proclami pubblicati nei giorni concitati tra il 23 e il 26 maggio, dallo sbarco dei Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende alla battaglia di Varese. Spicca il proclama rivolto al popolo lombardo all’alba del 23 maggio. Ad anni successivi risalgono le sculture che raffigurano il Generale e il re Vittorio Emanuele II che aprono il percorso museale in maniera scenografica.

Al centro della sezione è la tela di Pagliano che ha trovato una sede stabile e definitiva dopo le tournèe del 2011 a Torino per la mostra dell’Unità d’Italia e nelle Scuderie del Quirinale a Roma. Il quadro fu commissionato dalla famiglia Antona Traversi nel 1861 (e realizzato nel 1865) per documentare “fotograficamente” lo sbarco di Sesto Calende avvenuto tre giorni prima della battaglia di Biumo in cui morì Ernesto Cairoli. Occupa un gigantesco campo di tela di due metri e trenta d’altezza per sei di lunghezza e una legenda sul retro svela l’identità dei patrioti, ritratti con realistica precisione: i fratelli Cairoli, Nino Bixio, i generali Medici, Sacchi e Cosenz, i pittori De Albertis, Induno e Pagliano, il medico Bertani, Ippolito Nievo, il Generale avvolto nell’inseparabile poncho e poi la truppa, i soldati, i volontari.

Il nuovo allestimento multimediale è opera della Change Performing Arts, la società che con il regista Peter Greenaway ha già “animato” L’ultima cena di Leonardo da Vinci. E’ un vero e proprio spettacolo teatrale con voci che parlano fuori campo, immagini luminose proiettate sul quadro a evocare notti buie e livide albe, violenti acquazzoni e il balenare dei lampi. Garibaldi pronuncia il proclama, ecco la folla con le torce. Colpi di cannone, i soldati sopraggiungono urlando: “Il nemico si ritira!”. Rumori di cavallo, grida. Poi il Generale ringrazia il pittore: “Il vostro è un bellissimo quadro” e sulle note dell’inno di Garibaldi, Pagliano cita uno per uno i nomi dei personaggi raffigurati.

Le parole pronunciate dal pittore e dagli altri interpreti durante l’animazione ricalcano le fonti dell’epoca. La stesura del testo teatrale è opera dei curatori Daniele Cassinelli e Serena Contini. Il Comune ha investito 150 mila euro per la struttura e l’evento, di cui oltre 68 mila di contributo regionale. La proiezione dura trenta minuti. L’ingresso costa 4 euro con visita al Museo, in piazza Motta 4. Per informazioni: 0332-255485. Orari d’apertura: da martedì a domenica 9.30-12.30 e 14-18. Chiuso il lunedì (e il 1° gennaio, Pasqua, 1° maggio, 1° novembre, 24, 25 e 31 dicembre al pomeriggio). Servizi: visite guidate, bookshop, bar-caffetteria.

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