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Editoriale

DIO E IL MALE

CAMILLO MASSIMO FIORI - 27/09/2013

L’idea che nel mondo vi siano forze maligne e ostili a Dio è ben presente nelle culture antiche e nella Bibbia; anche oggi la nostra mente razionale non riesce a spiegare la vastità del male provocato non solo dalla natura ma altresì dalla volontà umana.

Secondo l’ebraismo, la religione che ha introdotto nel mondo il concetto dell’unicità e dell’alterità di Dio creatore, i demoni sono gli agenti attivi del male, sono angeli che si sono ribellati a Dio per superbia e ne sono diventati irriducibili nemici; nei Vangeli il demonio designa sempre la realtà lontana e ostile a Dio.

Da tempo è però invalso anche nella Chiesa il silenzio su questo inquietante protagonista della Rivelazione e la cultura attuale lo considera una metafora, la personificazione dell’idea primordiale del male.

Ha quindi suscitato non poca sorpresa che un papa moderno come Francesco, vicino alla sensibilità e alle problematiche dei fedeli cristiani, sia ricorso spesso alla citazione del diavolo nei suoi interventi.

Molti credenti sono convinti che il demonio faccia parte di un immaginario collettivo superato e sono pertanto rimasti sorpresi dagli accenni del Papa anche se ogni giorno rivolgono la preghiera al Padre per essere liberati dal male.

L’insistenza di Papa Bergoglio sul diavolo dipende da una lettura fedele dei Vangeli dove il male è un essere personale che contrasta l’azione divina su cui non può tuttavia prevalere perché è anch’esso una creazione spirituale.

Questi riferimenti trovano un precedente nel discorso pronunciato da Paolo VI il 15 Novembre 1972: “Il male è occasione ed effetto di un intervento in noi e nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico:il Demonio. Il male non è soltanto una deficienza ma un’efficienza, un essere vivo spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà, misteriosa e paurosa”.

Con la sua acuta sensibilità e profonda intelligenza Papa Montini ha voluto offrire questa magistrale interpretazione della Sacra Scrittura per spiegare “le deficienza e la disfunzione delle cose rispetto alla nostra esistenza”. Senza la presenza misteriosa di questo personaggio non si capirebbe come il Regno di Gesù Cristo sia contrastato e fatichi a realizzarsi progressivamente sin da adesso; il dolore, la cattiveria, il peccato, la morte spiegano anche la nostra incapacità a salvarci senza la grazia redentrice di Cristo. Che esista il male è esperienza dell’uomo, è una condizione fondamentale dell’ esistenza umana.

Tuttavia per Gesù non esiste soltanto la possibilità del male come conseguenza della libertà umana, e neppure una inclinazione ma “una potenza personale che vuole sistematicamente il male. Questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia opera ancora nel presente; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.

La presenza del male contrasta ma non annulla la potenza di Dio; il mondo è il luogo della libertà, un campo di battaglia dove le due potenze si scontrano, ma alla fine dei tempi la vittoria sarà di Dio.

Noi uomini moderni, mentre siamo fin troppo propensi a dar credito a esperienze spiritiche, a ubbie magiche, a seduzioni psicologhe, abbiamo dimenticato la dottrina della Chiesa che spiega la possibilità del male ma anche la decisiva potenza divina. Satana esiste e tenta l’uomo ma il cristiano sa che Dio è più forte del male e che Cristo ha vinto per noi la morte e il suo principe.

Il male è una sfida per gli uomini a cui i cristiani danno una risposta di fede riferendosi alla morte e alla resurrezione di Gesù contro cui si è infranto il potere del male.

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