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Attualità

VARESE DEGRADO/ 1 UNA PRIORITÀ PER TUTTI

CESARE CHIERICATI - 18/07/2014

C’è voluto più o meno un anno per modificare il “regolamento sul decoro” del Comune di Varese e togliere la doppia sanzione a carico dei proprietari di immobili, vittime dei graffitari, costretti a ripulire sostenendo i relativi costi e multati nel caso in cui non lo avessero fatto. Oggi sembra rimasto in vigore solo l’obbligo di ridare dignità ai muri imbrattati. Nel caso in cui i proprietari facessero orecchie da mercante il Comune dovrebbe intervenire direttamente addebitando poi ai privati le spese relative. In apparenza tutto semplice e veloce come una lettera alle Poste, svizzere però… In pratica siamo proprio curiosi di vedere come si svilupperà nei prossimi mesi la lotta ai graffiti lanciata lo scorso anno con toni da crociata dall’assessore alla Polizia urbana Carlo Piatti. Una montagna di propositi che ha partorito il classico topolino visto che la situazione non evidenzia sostanziali mutamenti in meglio.

Basta un giro in centro e qualche visita alle castellanze per approdare in angoli di ormai lungo e conclamato degrado. Consiglio a tutti in merito una visita al passaggio tra via Carrobbio e Piazza ragazzi del ’99. Finora, lì come altrove, non vi è stato posto rimedio. Eppure, stando alle dichiarazioni di Piatti, la mappa dei graffiti sarebbe pronta con l’inventario di tag e firme in base alle quali cercare di risalire ai “creativi” della bomboletta al cui operato hanno dato fiato per decenni sottili distinguo e risibili giustificazioni socio artistiche. Col risultato di fare dell’Italia una delle mete europee più ambite dagli imbrattatori di professione, certi tra l’altro dell’assoluta incertezza delle eventuali sanzioni a loro carico qualora venissero individuati e fermati. Comunque sia il contrasto al degrado urbano – accanto ai graffiti ci sono anche strade, marciapiedi, tombini e chiusini in perenne emergenza – deve veder impegnate la pubbliche Amministrazioni ma anche le libere associazioni di cittadini, quelle di categoria, enti vari e privati cittadini.

Lo abbiamo scritto più volte e non temiamo di ripeterci: senza una risposta corale non si va da nessuna parte. Anche in questo campo Milano può essere un utile riferimento. Per qualche decennio le diverse amministrazioni di Palazzo Marino hanno sottovalutato se non addirittura ignorato il problema e si sono alla fine ritrovate interi quartieri devastati, centro incluso naturalmente. Oggi il vento sta, sia pure tra mille difficoltà, lentamente cambiando proprio grazie al coinvolgimento di associazioni che lottano per riavere tessuti urbani accettabili e vivibili. Come del resto fanno alcune associazioni ambientaliste i cui volontari, con ammirevole tenacia e stagionale puntualità, puliscono le rive di laghi, fiumi e aree boschive, là dove la fruizione pubblica è più alta e di conseguenza più elevato risulta il tasso di incuria e di maleducazione. Insomma battersi per il decoro e la bellezza urbana deve diventare una priorità per tutti passando innanzitutto per le scuole e per il servizio civile prossimo venturo.

 

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