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Divagando

UNA GUERRA INVENTATA

AMBROGIO VAGHI - 26/09/2014

giardini

Giardini e cipressi

I Giardini Estensi, storicamente da considerarsi “all’Italiana”, “alla francese” con un po’ di viennese, o così così? E quei cipressi californiani o meglio calocedri che ci stanno a fare in quel giardino? Quando e chi li ha piantati ? Rovinano l’architettura primaria del giardino, danno meno profondità all’estensione collinare o no? E poi sono alberi non autoctoni, non del paese nostro… Insomma meglio tagliare quei sedici cipressi, ce l’ha consentito addirittura la Sovrintendenza. Parola di ASSESSORE.

Ma, ma, ma… sono rigogliosi, stanno ottimamente in salute, perché eliminarli? Quando tutto o quasi sembrava ormai chiaro e le dotte disquisizioni non portavano convincente acqua al mulino dei “tagliatori” apparve l’argomento fondamentale: quei cipressi mettono in pericolo la vita dei tassi. A quei panciuti arbusti sottostanti sottraggono aria e luce, magari anche il terreno dove affondano le radici. I tassi insomma allocati assai prima nel giardino non devono soffrire, ne ora ne mai. Al grido ed innalzando cartelli “SALVIAMO I TASSI” è iniziata una moderna calocedrotassomachia, cioè una fittizia guerra tra cipressi e tassi che fino ad ora erano vissuti insieme felici e contenti. Ma si sa, quanto sia facile con la disinformazione e la manipolazione delle realtà far nascere le guerre, mettere uni contro altri i popoli, i credi religiosi, le ideologie e… anche gli alberi della stessa famiglia. Basta provarci. Il risultato, in virtù sia del senso di competizione sollevato dall’argomento che dei numerosi equivoci provocati dai tanti TASSI presenti nel nostro ricco idioma è stato assai interessante.

LA COMPETIZIONE

La signora Marcella, una anziana insegnante, è stata la prima ad annunciare sulla stampa locale che se sul Cipresso n.10 un giovane spericolato era andato a digiunare per protesta, lei avrebbe fatto altrettanto sistemandosi sopra un tasso, a difesa della vita di quest’ albero e dei suoi simili. Infatti alcuni visitatori del Giardini Estense hanno trovato la coraggiosa donna accanto ad un tasso. Non potendosi appollaiare tra le fronte aveva scelto di sistemarsi sotto il grosso panciuto arbusto, ma l’umidità della nuda terra l’aveva presto dissuasa dal proseguire la protesta. I suoi reumatismi non le permettevano di più. Tanto valeva lasciare un cartello: SALVIAMO I TASSI. Cosa che fece pienamente convinta.

Numerosi cartelli con lo slogan SALVIAMO I TASSI erano stati lasciati sotto il portico del Municipio a disposizione di quei varesini invitati in serata per sostenere in Consiglio Comunale le ragioni dell’ASSESSORE acerrimo nemico dei cipressi.

Di diversa natura i commenti dei passanti.

QUELLE POVERE BESTIOLE

La signora Giulia a passeggio col nipotino, nel vederli parve convinta della bontà della manifestazione. “Quasi quasi stasera verrò anch’io. Certo che vanno salvati quei due tassi che vivono nelle tane sopra il laghetto. Chi vuole ucciderle? Povere bestiole, sono tanto goffe nel loro saltellare… ma simpatiche. Sembrano un po’ cinghiali e un po’ cagnoloni. Il mio piccolo Pinuccio nel vederli si diverte un mondo”.

QUEI TASSI BANCARI

I cartelli suscitano l’attenzione anche del signor Arturo, pensionato di San Fermo. “Ben detto, finalmente. Ne so io qualche cosa. Ho un mutuo a tasso fisso per avere comprato la casa a mio figlio… quanto mi costa… capirà se non sono felice di salvare i tassi… diminuirli, almeno”.

E LE TASSE?

Ci mancava il Paolo, ul Paulin da Bubbià, che poco prima aveva lasciato arrabbiatissimo i vicini uffici comunali delle imposte. “Salvà i tass? Ma sem matt. Cun quel ca pagum già… Via, via i tass… Abolirle… abolirle tutte “

Punti di vista. O di svista.

Dei sedici calocedri se ne riparlerà in futuro. Intanto l’ASSESSORE respira. Ha ottenuto un rinvio del giudizio sul suo operato e, come dicono i vecchi avvocati, ogni rinvio è una mezza vittoria.

Ma noooo… l’Ufficio Stampa comunale gli mette sulla scrivania tanti ritagli di giornali. Brutte notizie, il lago di Varese è sempre più in stato comatoso. Alghe, fanghi puzzolenti, acque putride non solo non balneabili ma addirittura da NON TOCCARE, dice l’ASL. Sconsigliata la frequentazione sulle sponde. Aria salubre dunque per chi corre sulla ciclabile! Basterà mettere dei cartelli? E pensare a quanti miliardi di vecchie lire e milioni di nuovi euro sono stati spesi (male) per giungere ad un simile risultato. Anziché “lavare” il lago le grandi piogge peggiorano la situazione riversando i liquami delle fognature. L’ecosistema è al collasso. L’ambiente ne paga le gravi conseguenze.

“Ma io che c’entro ? Ci sono forse calocedri da abbattere alla Schiranna o a Capolago?” Parola di ASSESSORE.

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