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Incontri

DESIDERIO DI ESSERCI

GUIDO BONOLDI - 17/10/2014

vorreiNella recente giornata che ha segnato l’inizio dell’anno sociale del movimento ecclesiale Comunione e liberazione don Julian Carròn ha esordito citando una canzone di Francesco Guccini, “Vorrei”, che nel suo ritornello recita “e lo vorrei perché non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei ed io…”. E proprio dal ritornello della canzone è stato preso il titolo dell’incontro: “Non sono quando non ci sei”.

“Di chi possiamo dire cosi? Di chi possiamo dire cosi ora?” ha chiesto Carròn, poi ha proseguito dicendo “questa espressione mi ha colpito per due ragioni: la prima è che io mi rendo conto di che cosa è essenziale per me, e si vede dal fatto che ‘resto solo coi pensieri miei’, come continua la canzone di Guccini: e la seconda ragione è che quella cosa essenziale deve essere presente ora. Se non è presente ora, io non sono” (www.tracce.it).

Non conoscevo questa bellissima canzone di Guccini e alloro sono andato su YouTube per ascoltarla. Quasi tutti i versi che compongono le tre strofe della canzone iniziano con il verbo che dà il titolo alla canzone “vorrei” ma non riguardano solo la presenza amata, ma anche il mondo che sta attorno, e che costituisce l’orizzonte di questo rapporto.

“Vorrei tornare nei posti dove son stato, spiegarti di quanto tutto sia poi diverso e per farmi da te spiegare cos’è cambiato e quale sapore nuovo abbia l’universo”.

Nella sua opera “Essenza del cristianesimo” il teologo Romano Guardini ha scritto: “Nella esperienza di un grande amore tutto il mondo si raccoglie nel rapporto Io-Tu, è tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito”. Non solo “Istambul o Barcellona… o il mare di una remota spiaggia cubana”, ma anche “un greppe dell’Appennino dove risuona fra gli alberi un’usata e ruvida tramontana”.

E in fondo diventa secondario viaggiare o “restare per sempre in un posto solo” perché sia andando che fermandosi si fa esperienza di una pienezza che ti porta a “guardare stupito il lancio, la grazia e il volo impliciti dentro al semplice tuo camminare” e a “restare in silenzio al suono della tua voce”. Una esperienza di pienezza che fa sorgere il desiderio supremo “che l’oggi restasse oggi senza domani o domani potesse tendere all’infinito”.

Ma chi può rispondere a questo desiderio supremo ?

“Il Signore non ci ha abbandonati a noi stessi, non si è dimenticato di noi” ha scritto papa Francesco ai partecipanti al Meeting di Rimini di quest’anno.

È diventato nella storia degli uomini una presenza che fa essere.

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