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Libri

FUOCO SACRO DI GIOVANNA

ANNALISA MOTTA - 24/10/2014

giovannaQuesta volta la nostra Marta Morazzoni (nostra perché gallaratese doc) si cimenta con un “mostro sacro”: Giovanna d’Arco. Quindi un’eroina, una santa, il simbolo indiscusso di una Francia patriottica che, in barba al laicismo conclamato, identifica le radici della sua storia nazionale con la vicenda di questa adolescente lorenese ispirata da Dio. Il libro “Il fuoco di Jeanne”, uscito recentemente per i tipi di Guanda, è stato presentato a Villa Recalcati nell’ambito del Festival del Racconto – Premio Chiara.

Ma cos’ha a che fare l’autrice, maestra del dubbio e della ricerca, con una Jeanne tutta d’un pezzo, rivestita di lucente corazza, che guida contro l’usurpatore inglese l’esercito di Francia al grido di “Dio lo vuole”?

Il mio – racconta l’autrice – è stato una sorta di viaggio alla ricerca del sacro Graal, cioè della verità su Giovanna d’Arco… Una ricerca sul campo, vorrei dire, intorno al personaggio e ai luoghi, ai paesaggi dove si svolge la sua avventura. Perché, nonostante siano trascorsi sei secoli, le vestigia di questo passato esistono tuttora, per esempio in tanti castelli francesi così ricchi di fascino e di mistero… Il tutto è nato da una curiosità e da un sospetto: la Jeanne dei libri di storia viene liquidata in poche righe, e presentata come figura semplice, cristallina. È davvero così? Parto da un presupposto laico: com’è possibile che nella storia di un Paese sia entrata di forza una dimensione divina, che prende posizione così decisamente e così politicamente, direi, per una delle due parti in lotta? E in effetti, visti da vicino, il personaggio e la storia di Giovanna si complicano; invece di chiarirsi, si oscurano.

Così in questo romanzo che non è un romanzo, pagina dopo pagina i lettori incontrano la piccola Jeanette cha da contadina si fa condottiero, con le sue certezze, la sua forza di convinzione, le sue vittorie; e poi le sue sconfitte, la solitudine, gli abbandoni, i dubbi sulla vera fine della sua vicenda umana. Ma il palcoscenico si popola di altri personaggi, il re designato, la corte, i compagni d’arme, i nemici e gli accusatori. E soprattutto lei, Marta, che entra di prepotenza e in misura via via preminente a far parte della storia di Jeanne, o meglio della storia della ricerca di Jeanne.

È vero. Mai come in questo libro, ho scelto di diventare comprimaria della protagonista. Il viaggio alla ricerca di Jeanne è anche un viaggio intorno a me stessa. Ho deciso di essere franca, a partire dai motivi della mia curiosità: Jeanne sente le “voci”, io ero in un momento di silenzio, di nostalgia per quella sorta di ispirazione che accompagna lo scrittore. Eppure avevo voglia di scrivere, e ho pensato che alla mia aridità avrebbe supplito la “pienezza” dell’eroina. Ma in realtà, cammin facendo, mi sono resa conto di non aver niente da spartire con Jeanne, se non per antitesi.

Ed è cammin facendo, appunto, che fiorisce un dubbio di fondo, documentato da prove e testimoni: una seconda Jeanne, addirittura una d’Orleans illegittima, manovrata suo malgrado da trame di corte e progetti politici, salvata in extremis dal rogo per chiudere la vita da tranquilla castellana di provincia. Della leggenda si salverebbe solo il suo indiscusso valore di condottiero e di soldato. Ma una verità definitiva, l’autrice non l’ha trovata.

Sai cos’ho portato a casa da questo lavoro? confida Marta: Che è difficile giudicare le vicende di allora con la nostra mentalità del XXI secolo. Nel corso di questo viaggio di ricerca, il mio sguardo è cambiato: invece di pormi come giudice dall’oggi, ho scoperto l’importanza di essere in ascolto.

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