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Cultura

IL “COLOSSEO” MENEGHINO

SERGIO REDAELLI - 08/05/2015

Ipotesi ricostruttiva dell'anfiteatro di Milano

Ipotesi ricostruttiva dell’anfiteatro di Milano

C’è molta Roma nel cuore di Milano. Le due città vengono spesso contrapposte, capitale territoriale e politica l’una, morale e affaristica l’altra, lo splendore dei monumenti da una parte e la frenesia dei manager dall’altra, la bellezza e il dinamismo, la ricerca del ben vivere e la ricerca del benessere. Eppure, ieri come oggi, i legami tra le due metropoli esistono. Ci sono tracce di Roma – della Roma imperiale del quarto e quinto secolo – disseminate nel centro storico di Milano: a cominciare dai resti del Foro Romano, vicino alla Biblioteca Ambrosiana, all’epoca il cuore pulsante della Milano romana, con il tempio dedicato alla Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva), la sede del senato e la basilica.

Lo spiega la “Guida alla Milano cristiana” scritto da due sacerdoti, Paolo Sartor e Massimo Pavanello, entrambi dottori in teologia, per la collana itinerari dello spirito delle Edizioni Paoline: altre vestigia romane si trovano sotto Palazzo Mezzanotte, la sede della Borsa, e in via Brisa con i resti del palazzo imperiale che era collegato al circo, ricordato dalla via omonima e dalla torre annessa alla chiesa di San Maurizio. Dalla basilica paleocristiana di Sant’Ambrogio, edificata per volere del vescovo patrono tra il 379 e il 386 nel luogo dov’erano stati sepolti i cristiani uccisi durante le persecuzioni romane, l’itinerario fa visita all’area archeologica di San Vittore con i resti del mausoleo ottagonale dell’imperatore Massimiano.

Di qui prosegue nel parco in via De Amicis con le vestigia dell’anfiteatro romano – il Colosseo dell’antica Mediolanum, ricostruito in un grande e suggestivo pannello – da cui furono tratti i materiali per costruire la chiesa di San Lorenzo alle colonne. Nel lato settentrionale del Carrobbio si scorge una porzione della torre in mattoni della Porta Ticinensis romana, che faceva parte delle mura del primo secolo: è alta sei metri, ha base quadrata e sviluppo poligonale. Dalla vicina via Torino parte infine il cosiddetto “Cammin Breve” delle sette chiese di Milano, tra cui San Giorgio al Palazzo che sorge sui resti dell’edificio voluto dall’imperatore Diocleziano.

Si potrebbe continuare a lungo ma è giusto ricordare altre curiosità della Milano cristiana, come la splendida Sant’Eustorgio che ospitò il sepolcro dei Re Magi fin quando il Barbarossa trafugò le reliquie per portarle a Colonia, in Germania. Del Cenacolo vinciano a Santa Maria delle Grazie è superfluo parlare, tanto è noto; così come del Duomo con i resti di Santa Tecla e i “teleri” di Carlo Borromeo. Meno conosciuto è il Fopponino di Porta Vercellina, nome popolare con cui veniva designata la fossa comune costruita per la grande peste descritta dal Manzoni: “Ciò che sarete voi, noi siamo adesso” ammonisce la cappella delle ossa in piazzale Aquileia.

Alla Certosa di Garegnano, antico monastero all’imbocco dell’autostrada Milano-Laghi, andava a sentir messa il poeta Francesco Petrarca che cercava la solitudine fuori città. La cosiddetta “strada delle abbazie” conduce a Chiaravalle, Viboldone, Mirasole e Morimondo, ognuna con la propria interessante storia da raccontare e l’ultimo dei dieci itinerari del libro segue le tracce di Sant’Agostino; ma la Milano cristiana non è solo quella dei monumenti, è anche la città dal “coeur in man” che aiuta chi ha bisogno. La Guida di Sartor e Pavanello ci porta allora nella Grangia di Monluè, voluta dal cardinal Martini nel 1986 e alla Cappellania dei Migranti che danno assistenza agli stranieri.

Fa tappa alla Sesta Opera San Fedele che lavora all’interno del carcere, al centro ascolto di San Carlo al Corso con le “messe della carità” introdotte da Davide Maria Turoldo, si sofferma nel villaggio della madre e del fanciullo nel quartiere periferico QT8, entra all’Oasi San Francesco perno delle attività socio-caritative volute da Paolo VI, ci fa conoscere la mensa dei poveri al Centro di S. Antonio, spiega le attività del Refettorio Ambrosiano aperto per l’Expo, del collegio degli oblati missionari e racconta l’esperimento di housing sociale al Villaggio Barona; ma, per essere anche utile, non dimentica di dirci come prenotare una visita al Cenacolo e dove sentir messa in lingua straniera.

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