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Chiesa

SIATE FEDELI AI POVERI

RUFFINO SELMI - 29/05/2015

Il Papa in sala Nervi con le ACLI

Il Papa in sala Nervi con le ACLI

Sabato 23 maggio Papa Francesco ha incontrato in Sala Nervi oltre settemila aclisti provenienti da tutta Italia, ma anche dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera, dall’Argentina, da quelle nazioni dove le Acli sono tutt’ora presenti, da quando milioni di italiani emigrarono all’estero in cerca di lavoro e per trovare quel futuro, per loro e per le loro famiglie, che il nostro paese non poteva offrirgli.

Il saluto del santo Padre ha proprio ricordato e sollecitato, in uno dei suoi passaggi, questa particolare esperienza e vocazione delle Acli alla solidarietà con i migranti: Oggi molti giovani si spostano per cercare un lavoro adeguato ai propri studi o per vivere un’esperienza diversa di professionalità: vi incoraggio ad accoglierli, a sostenerli nel loro percorso, ad offrire il vostro supporto per il loro inserimento. Nei loro occhi potete trovare un riflesso dello sguardo dei vostri padri o dei vostri nonni che andarono lontano per lavorare.

La crescita del fenomeno migratorio è una delle caratteristiche del nostro tempo, dell’accelerazione dei processi culturali, sociali ed economici impressa dalla globalizzazione.

Nella prima parte della sua riflessione il Papa ha sottolineato che: Quello che è cambiato nel mondo globale non sono tanto i problemi, quanto la loro dimensione e la loro urgenza. Inedite sono l’ampiezza e la velocità di riproduzione delle disuguaglianze. Ma questo non possiamo permetterlo! Dobbiamo proporre alternative eque e solidali che siano realmente praticabili.

L’estendersi della precarietà, del lavoro nero e del ricatto malavitoso fa sperimentare, soprattutto tra le giovani generazioni, che la mancanza del lavoro toglie dignità, impedisce la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa. Risposta sollecita e vigorosa contro questo sistema economico mondiale dove al centro non ci sono è l’uomo e la donna: c’è un idolo, il dio-denaro. È questo che comanda! E questo dio-denaro distrugge, e provoca la cultura dello scarto: si scartano i bambini, perché non si fanno: si sfruttano o si uccidono prima di nascere; si scartano gli anziani, perché non hanno la cura dignitosa, non hanno le medicine, hanno pensioni miserabili… E adesso, si scartano i giovani. Pensate, in questa terra tanto generosa, pensate a quel 40%, o un po’ di più, di giovani dai 25 anni in giù che non hanno lavoro: sono materiale di scarto, ma sono anche il sacrificio che questa società, mondana e egoista, offre al dio-denaro, che è al centro del nostro sistema economico mondiale.

Rivolgendosi alle Acli, associazione di Lavoratori, Papa Francesco ha invitato gli aclisti ad impegnarsi per realizzare un sogno che vola più in alto. Dobbiamo far sì che, attraverso il lavoro – il «lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 192) – l’essere umano esprima ed accresca la dignità della propria vita. … Libertà, creatività, partecipazione e solidarietà. Queste caratteristiche fanno parte della storia delle ACLI. Oggi più che mai siete chiamati a metterle in campo, senza risparmiarvi, a servizio di una vita dignitosa per tutti. E per motivare questo atteggiamento, pensate ai bambini sfruttati, scartati; pensate agli anziani scartati, che hanno una pensione minima e non sono curati; e pensate ai giovani scartati dal lavoro: e cosa fanno? Non sanno cosa fare, e sono in pericolo di cadere nelle dipendenze, cadere nella malavita, o andarsene a cercare orizzonti di guerra, come mercenari. Questo fa la mancanza di lavoro!

Al lavoro, agli effetti della mancanza del lavoro, le Acli varesine dedicheranno alcuni incontri in programma per il settantesimo delle Acli provinciali che si celebrerà a Schiranna nei giorni 5,6,7 giugno.

Il terzo tema affrontato da Papa Bergoglio è il tema della povertà, sempre più alimentata dalla pratica della cultura dello “scarto”.

La vostra Associazione sta affrontando il tema della lotta alla povertà e quello dell’impoverimento dei ceti medi. La proposta di un sostegno non solo economico alle persone al di sotto della soglia di povertà assoluta, che anche in Italia sono aumentate negli ultimi anni, può portare benefici a tutta la società. Allo stesso tempo va evitato che nella povertà scivolino coloro che fino a ieri vivevano una vita dignitosa.

… Basta un niente oggi per diventare poveri: la perdita del lavoro, un anziano non più autosufficiente, una malattia in famiglia, persino – pensate il terribile paradosso – la nascita di un figlio: ti può portare tanti problemi, se sei senza lavoro. È una importante battaglia culturale, quella di considerare il welfare una infrastruttura dello sviluppo e non un costo. Voi potete fare da coordinamento e da motore dell’“Alleanza nuova contro la povertà”, che si propone di sviluppare un piano nazionale per il lavoro decente e dignitoso.

E infine, ma non per importanza, il vostro impegno abbia sempre il suo principio e il suo collante in quella che voi chiamate ispirazione cristiana, e che rimanda alla costante fedeltà a Gesù Cristo e alla Parola di Dio, a studiare e applicare la Dottrina sociale della Chiesa nel confronto con le nuove sfide del mondo contemporaneo. L’ispirazione cristiana e la dimensione popolare determinano il modo di intendere e di riattualizzare la storica triplice fedeltà delle ACLI ai lavoratori, alla democrazia, alla Chiesa. Al punto che nel contesto attuale, in qualche modo si potrebbe dire che le vostre tre storiche fedeltà – ai lavoratori, alla democrazia e alla Chiesa – si riassumono in una nuova e sempre attuale: la fedeltà ai poveri.

L’incontro molto stimolante e partecipato, contrassegnato da calorosi applausi durante il discorso del papa, è stato introdotto da un susseguirsi di racconti di diverse esperienze della quotidiana vita aclista, intervallati da brani musicali proposti anche dall’orchestra giovanile “Ildebrando Pizzetti”, aderente all’associazione Acli Arte e Spettacolo di Varese.

Non è sfuggita agli Aclisti la concomitanza della data del loro incontro con Papa Francesco con l’evento della beatificazione a San Salvador, di Oscar Romero, lo ha ricordato esplicitamente il Presidente nazionale delle Acli nel discorso di saluto al Papa. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, è stato beatificato 35 anni dopo il suo assassinio da parte dei paramilitari al servizio del regime di El Salvador. Un santo testimone della “Fedeltà ai poveri”. Un credente, un pastore, uomo straordinario al quale sono intitolati da tempo, un po’ in tutta Italia, non pochi circoli delle Acli.

L’auspicio per le migliaia di aclisti presenti e per tutti quelli che hanno seguito, con partecipazione affettuosa questo evento, è che le parole di Papa Francesco e l’esempio di coloro che, come monsignor Oscar Romero, hanno dato la vita per i poveri e per il Vangelo, rappresentino nuove linfa per proseguire il servizio alla società e alla Chiesa intrapreso 70 anni fa.

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