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Divagando

SINDACO/1 GENTILUOMINI A CONFRONTO

AMBROGIO VAGHI - 23/10/2015

primariePiù si avvicina la data delle elezioni municipali e più si affilano le armi della competizione. Le speranze dei contendenti sono note. Da una parte coloro, centrosinistra, sinistra-sinistra, comitati di cittadini sorti spontaneamente che vorrebbero una chiara discontinuità da chi da un quarto di secolo disamministra il Comune di Varese con risultati deludenti. Dall’altra coloro, Lega e centro destra, convinti di avere fatto per la città, in questi ultimi due decenni, il meglio del meglio e pertanto alla ricerca di una riconferma. Dovremmo aggiungere un terzo incomodo, il populismo grillino deciso a spazzare tutto senza dirci però quanto vorrà fare di preciso. Finora i problemi delle prossime elezioni comunali hanno suscitato soltanto l’interesse degli addetti ai lavori. Limitata invece l’attenzione tra i cittadini, la grande maggioranza dei quali è di frequente pronta a indignarsi per inefficienze comunali, quanto a criticare fortemente con piena ragione le numerose soluzioni errate, che tuttavia accetta come ineluttabili come la grandine o i terremoti.

Proprio per recuperare ad una cittadinanza attiva questa notevole parte di varesini, alcuni partiti e movimenti hanno ritenuto potessero servire anche momenti propedeutici come le consultazioni primarie tra coloro che si propongono candidati alla carica di sindaco della città. Primarie sì, primarie no. Il PD varesino è stato il primo a pronunciarsi favorevolmente in questa direzione pur tra qualche male di pancia. Da parte sua in un primo momento favorevole lo è stato anche il PDL berlusconiano, presto stoppato da problemi interni mentre la Lega vede le primarie come il fumo negli occhi.

Finalmente un primo approdo concreto. Il PD varesino ed il Comitato Varese 2.0. si sono accordati su alcuni precisi punti programmatici e di metodo per amministrare la città fissando per la data del prossimo 13 dicembre la consultazione primaria dei candidati sindaco della coalizione. Ai quali hanno detto no i responsabili cittadini di SEL ritirandosi dalla trattative. Inevitabile la successiva polemica per il palleggio delle responsabilità.

Per quanto ci è dato di capire si sono scontrate due correnti di pensiero. Coloro che ritengono che per vincere occorra allargare la coalizione ricercando il consenso dei cittadini che hanno votato Lega – centro destra e sopratutto di quelli che hanno rifiutato le urne, e coloro che temono che ciò possa portare, in modo surrettizio, ad una contaminazione dell’obiettivo principale: la discontinuità con l’ultimo ventennio. Sopratutto questo pericolo viene adombrato qualora eventuali liste di appoggio al candidato sindaco si aprissero anche ad uomini “espressione delle Lega e dei suoi alleati di ieri e di oggi” e che, in ragione di ciò, successivamente il candidato sindaco modificasse la linea programmatica politico- amministrativa. Non si capisce bene se l’esclusione dovrà riferirsi, per esempio, anche a diverse personalità cittadine di indubbio rilievo e competenze, che in passato hanno collaborato con Giunte di centro-destra lasciandole poi in chiaro disaccordo. Comunque un clima di sospetto non semplice, ma neppure impossibile da superare tra chi desse preminenza alla volontà di cambiare pagina.

Sulle primarie il PD varesino non è tornato in dietro. E’ un’opportunità di risveglio e di riscontro democratico che la coalizione tra il maggiore partito ed il migliore dei movimenti civici, il comitato Varese 2.0, offriranno ai varesini. Primarie aperte a chi vorrà candidarsi accettando le linee programmatiche della coalizione di centro-sinistra ed il regolamento che essa si è data. Una sfida che potrebbe avere alcuni pericoli neppure nascosti, alla luce di certi precedenti negativi, stante la mancanza di una legge in proposito. Timori superabili se si tratterà di un confronto tra gentiluomini, tra persone che si rispettano e si stimano reciprocamente evitando un agonismo fuori luogo. E’ in gioco la candidatura a sindaco della città e non la segreteria del circolo cittadino del partito o quale altra preminenza di comitato.

Detto dei timori, di converso non possono non apparire gli aspetti positivi di un corretto confronto. Nell’ambito delle linee programmatiche della coalizione ogni candidato potrà aggiungere proposte originate dalla propria personale sensibilità verso i singoli problemi, potrà dare contributi provenienti dalla sua esperienza politica, dalla sua preparazione professionale, dovrà dimostrare la capacità all’ascolto e all’assunzione di impegni verso i cittadini. La costruzione del successivo consenso elettorale della coalizione di centrosinistra passerà anche, se non sopratutto, dalla costruzione di una relazione di fiducia tra candidati e singoli elettori.

Hanno già iniziato il loro impegno al confronto Davide Galimberti, avvocato e docente amministrativista, Dino De Simone dirigente esperto ambientalista, Daniele Zanzi, imprenditore agronomo di fama internazionale e animatore del comitato Varese 2.0. Tre interessanti personalità, tre “moschettieri” che stanno per diventare quattro, o anche di più, se prima dello scadere dei termini si presenterà, oltre al “pezzo da 90″ Daniele Marantelli, qualcun altro. Ci piacerebbe vederli lottare con lo spirito dei personaggi di Alessandro Dumas: uno per tutti e tutti per uno, nel duello per l’assalto al Palazzo Estense. Un regolamento imporrà la correttezza tra i contendenti, ma al di là di ogni patto scritto saranno sempre prevalenti lealtà e correttezza. Una competizione senza colpi bassi farà guadagnare in immagine la coalizione tutta che auspichiamo possa allargarsi ulteriormente a soggetti, partiti o movimenti, prima o anche dopo le primarie.

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