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Cultura

L’ARTISTA DEL FARAONE NEL PARCO

GIANFRANCO FABI - 06/11/2015

pashedSi può scoprire una tomba egizia al centro di un parco all’italiana? La risposta è sì, se a Varese si vanno a cercare quelle iniziative che fanno onore alla passione delle persone e che vengono gestite con cordialità e competenza. La tomba egizia è quella che è stata ricostruita all’interno del museo Castiglioni che ha sede permanente nella dependance all’interno del parco pubblico di villa Toeplitz a Sant’Ambrogio, per chi non lo sapesse sulla collina di Varese che si allunga verso il Sacro Monte.

Si tratta di una tomba a cui il museo dedica una mostra temporanea che rimarrà aperta fino al 14 febbraio con il titolo “Pashed, l’artista del faraone”. Il nome è quello di uno dei tanti artisti che nell’antico Egitto, più di mille anni prima di Cristo, avevano il compito di realizzare e custodire le tombe dei faraoni. La piccola tomba, fedelmente ricostruita, permette di osservare tutti i particolari della civiltà egizia, dai geroglifici ai racconti mitologici, dalle credenze religiose alle rappresentazioni sociali: è uno spaccato di una dimensione culturale di grande interesse.

Così come sono interessanti le sale delle collezioni che i fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni hanno organizzato per presentare i frutti più rimarchevoli di decenni di esplorazioni nel continente africano. Un viaggio nell’attualità che diviene anche immagine della vita nella preistoria con l’illustrazione di usi, costumi, forme di pittura e scultura di popoli che hanno mantenuto intatte le loro forme di organizzazione e di presenza sociale. Non mancano filmati, installazioni che riproducono e spiegano la vita nel deserto, tavole illustrative e ovviamente reperti originali.

Le notizie sul museo e sule ricerche dei Castiglioni possono essere facilmente trovate sul sito www.museocastiglioni.it .

Quello che mi preme sottolineare in questo momento sono tuttavia due elementi. Il primo: iniziative come questa andrebbero valorizzate e promosse con efficacia all’interno della comunità locale e non solo.

Il secondo: le persone che curano il museo sono, come detto, di grande competenza e cordialità. Disponibili a spiegare, anche ai bambini, i segreti di realtà apparentemente lontane, ma che hanno tratti umani di grande interesse.

Ci sono tutti gli elementi per dedicare un’ora del proprio tempo a visitare questo museo (aperto dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 19). Anche per fare due passi in un parco che in questo periodo splende dei colori autunnali ed è comunque sempre un piccolo gioiello a disposizione di tutti. Uno, anzi due, tra i lati belli di Varese.

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