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Opinioni

NON BASTA UN LIFTING

ROCCO CORDI' - 04/03/2016

caserma

Ex caserma, emblema del degrado

Se per assicurare la svolta di cui Varese ha assolutamente bisogno bastasse un lifting o dei volti nuovi, l’offerta messa in campo dai partiti avrebbe già superato ogni aspettativa. Mai viste in giro tante facce nuove. Anzi, sembra quasi che “nuovo” e “civico”, coniugate ovviamente con “partire dai cittadini”, siano diventate le parole magiche di questa campagna elettorale, la chiave interpretativa e risolutiva di tutti i problemi. Ma la soluzione dei problemi cittadini e il futuro di Varese non dipendono certo dagli effetti speciali che partiti e gruppi di varia natura stanno mettendo in campo.

Quanto finora si è visto non è di buon auspicio e, allo stato dei fatti, è difficile credere che nei prossimi tre mesi la situazione subirà mutamenti sostanziali.

Nel luglio scorso su queste pagine ho scritto:“Varese ha bisogno di un progetto di medio-lungo periodo che, partendo dai profondi mutamenti subiti dalla sua struttura economica e sociale cittadina, sappia indicare soluzioni convincenti e adeguate alle nuove domande ed ai bisogni sociali che si manifestano in forme sempre più urgenti e acute. Un progetto simile non può perciò essere definito riproponendo vecchie tattiche politiciste o manovre elettoralistiche”.

Purtroppo di progetti per il futuro, ancorati alla realtà, non se ne vedono proprio. E, come se ciò non bastasse, si fa persino fatica a capire cosa ciascuno pensa dei temi più noti e caldi lasciati in eredità da un centrodestra rivelatosi, alla prova dei fatti, tutto chiacchiere e distintivo. Eppure le questioni lasciate aperte dalla Giunta Fontana sono enormi.

Dopo aver governato a lungo la città all’insegna della navigazione a vista hanno sfornato, negli ultimi mesi, tanti di quei progetti che neppure loro sono in grado di quantificarne gli effetti. L’aver messo in campo un piano delle opere dal valore di 150 milioni di euro, in una amministrazione la cui spesa per investimenti si aggira sugli 8 milioni annui, da l’idea di dove possa arrivare la spregiudicatezza nell’uso del potere e delle risorse pubbliche. Lo sanno tutti, o comunque dovrebbe saperlo chi si candida a guidare la città, che le risorse finanziarie disponibili non consentono la “copertura” di un impegno così rilevante. Così come tutti dovrebbero saper che non ci si può affidare ad eventuali incrementi della pressione fiscale locale (che ha quasi raggiunto l’iperbolica vetta di 800 euro annui pro-capite). Ragionamento analogo si potrebbe fare sul PGT (Piano di governo del territorio) la cui attuazione vera e propria ricadrà sulla prossima amministrazione. Un piano che definisce il futuro urbanistico ed edilizio della città e che contempla una colata cementizia di altri 2 milioni di metri cubi. Tutti però discettano sul “consumo di suolo zero” ma si guardano bene dal dire cosa intendono fare di quel piano.

Si potrebbe continuare ancora a lungo parlando degli effetti prodotti anche a Varese dalla lunga crisi economica o delle trasformazioni demografiche e sociali della città (riduzione della popolazione e suo invecchiamento, emigrazione e immigrazione, nuove povertà, degrado ambientale, qualità dei servizi, stato del patrimonio immobiliare). Fatti rilevanti che impongono di rovesciare l’ordine delle priorità imposto da chi ha governato finora riallocando risorse finanziarie adeguate laddove è più urgente: assistenza alla persona e alle famiglie, asili nido e scuole materne, alloggi sociali, attività volte a rafforzare la coesione sociale e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, attività culturali, educazione ambientale e tutela del bene comune.

Saranno questi invece i punti su cui la sinistra varesina intende misurarsi.

Dopo la scelta del PD varesino di rompere il centrosinistra anteponendo ai contenuti programmatici la necessità di regolare i conti al proprio interno, abbiamo continuato a cercare con altri le possibili convergenze su un programma alternativo per la città. L’esito di questo lungo lavoro verrà reso pubblico a breve e sarà riassunto in una “carta dei valori” e un “documento programmatico”. La condivisione dei valori e delle scelte sarà, ovviamente, il metro di misura fondamentale per individuare anche la/il candidata/o sindaco e i candidati al Consiglio Comunale.

Come SEL abbiamo dato il nostro contributo, ma la nuova lista in cantiere non sarà una sommatoria di sigle, né la riproposizione di formule elettoralistiche che tanti danni hanno fatto in passato, anche a sinistra. Vogliamo stare in campo e giocare la nostra partita mettendo in primo piano le ragioni e gli obiettivi di quanti vogliono davvero agire in netta discontinuità con i metodi e le pratiche del passato. Vogliamo stare in campo e giocare la nostra partita contando sulla partecipazione attiva e consapevole di quanti avvertono che imprimere una svolta profonda nella politica cittadina oltre che necessario, è possibile!

Rocco Cordì, Consigliere comunale di Sel

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