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Opinioni

PRESIDENZIALISMO? EH NO

CESARE CHIERICATI - 11/11/2016

Caro direttore, ti invidio le ferree convinzioni esposte nell’editoriale “Cosette” che alla fine, sia pure sommessamente, sembra “auspicare” una Repubblica presidenziale, secondo me non ipotizzabile in un paese come l’Italia dove, fondamentalmente, non esistono valori largamente condivisi capaci di essere cemento comune di una nazione. E quindi una deriva in tal senso sarebbe assai pericolosa. Rafforzare l’esecutivo è sì una necessità ma questa riforma renziana sembra volerlo fare per via indiretta attraverso lo strangolamento progressivo della autonomie locali (Regioni e Comuni, posto che le Province sono state messe in uno stato di coma indotto).

Sono il primo a riconoscere che il titolo V andasse vigorosamente rivisitato dopo la sbornia autonomista (non federalista perché il federalismo è ontologicamente altra cosa) degli anni 2000. Allora era di moda e si assistette a una avvilente gara tra vecchi centralisti come Fini e altri compari pure di sinistra a gettare fieno “federalista” a piene mani nella riforma senza che venissero rigorosamente stabilite la divisone dei compiti tra Stato e Regioni. In 15 anni di conflitti di competenza il terreno oggi sembra abbastanza sgombro da accavallamenti reciproci. Ma arriva una riforma che, come accade nelle aule scolastiche, anziché individuare e punire i colpevoli di una malefatta (molte sarebbero le Regioni da sanzionare per sprechi, inefficienze e megalomanie varie) trova più facile e comodo punirle tutte alla stesso modo. Come è accaduto con le varie spending spietatamente applicate in periferia, peraltro a partire da Berlusconi, e quasi sempre morbide al centro dove invece ci sarebbe da disboscare a piene mani. La clausola di supremazia è infine la classica ciliegina. In astratto niente da obbiettare, in pratica saremo condannati a vedere altre TAV, altre trivellazioni in mare sventate all’ultimo minuto, paradisi agrari minacciati da  campi eolici in Sardegna e quant’altro. Non nascondiamoci dietro un dito. c’è una buona dose di prefettismo savoiardo di ritorno nell’efficientismo n.o della compagnia Renzi.

Certo il fronte del no è un’armata Brancaleone in piena regola che, in caso di vittoria, non sarebbe in grado di reimpostare un bel nulla.

Questa è l’Italia, grande nelle emergenze incapace nelle manutenzioni anche della Costituzione che non è per nulla la più bella del mondo.

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