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Divagando

IL MOLINA VOLTA PAGINA

AMBROGIO VAGHI - 05/10/2018

Guido Bonoldi

Guido Bonoldi

Il Molina sta tornando ai varesini. Una buona notizia. Dopo quasi tre anni la storica Fondazione che gestisce la casa di riposo per anziani, fiore all’occhiello della città, viene affidata a chi ha titoli per garantire il buon funzionamento della struttura a beneficio degli ospiti, delle loro famiglie e dei tanti importanti servizi che eroga.

Il sindaco Galimberti ha nominato presidente il dottor Guido Bonoldi e successivamente ha indicato i rimanenti altri 4 consiglieri di sua competenza. Sono Barbara Cirivello, Anna Zanetti, Ferdinando Fasolo e Orlando Vivaldi Rinaldi scelti tra i 27 candidati che avevano risposto al bando di concorso indetto dal Comune. Una procedura di assoluta trasparenza nelle nomine, prevista da un regolamento civico voluto dalla maggioranza che amministra il capoluogo e varata dal sindaco all’indomani del suo insediamento dopo la sconfitta della Lega. Galimberti ha ricevuto uno alla volta, con una presentazione aperta al pubblico e ritrasmessa, tutti i candidati che in precedenza avevano fatto pervenire i loro curricula. Ha ascoltato come essi vedono la funzione di amministratori di una casa di riposo e ne ha sentito il parere su come realizzare in continuità un rapporto di collaborazione col Comune. Sopra tutto nell’utilizzo della sala del Teatro Politeama (di proprietà del Molina) e di parte del notevole patrimonio immobiliare della Fondazione di Viale Borri. Infine il sindaco ha deciso in modo del tutto nuovo, alla luce del sole, ha sottratto ai partiti la designazione degli amministratori ; non ha voluto ridurre il suo incarico a semplice passacarte come è avvenuto nel recente passato quando la presidenza del Molina fu considerata una buona vetrina d’immagine e di potere partitico. Galimberti ha dimostrato di sentirsi responsabile degli interessi di tutta la città anche per il futuro, al di là dell’unico momento della nomina degli amministratori. In buona sostanza ha fatto sentire un legame di mandante nei riguardi degli amministratori (mandatari) pure non formalmente previsto. Potremmo già sottolineare qualche particolarità nelle nomine. Entrano in consiglio due donne che porteranno indubbiamente una particolare sensibilità femminile nelle problematiche della casa di riposo. Questo avviene, ci preme sottolinearlo, dopo anni di esclusivo maschilismo esercitato dai sindaci della Lega.

Il nuovo consiglio di amministrazione dovrebbe entrare in funzione tra poco più di un mese, alla scadenza del IV mandato del commissario dottor Carmine Pallino. Avrà certamente da fare sia sulla eredità della discussa gestione del presidente dottor Christian Campiotti, sia sugli atti compiuti dal commissario parecchi dei quali hanno suscitato perplessità e proteste.

Il caso Molina era nato su notizie, poi confermate, di atti del CdA della Fondazione che concluse operazioni finanziarie con società del settore televisivo condotte da amici dello stesso Campiotti. Operazioni vantaggiose secondo alcuni, a rischio e non istituzionali secondo altri, tanto da allarmare l’opinione pubblica. La Regione Lombardia cui spetta il controllo delle strutture sanitarie e assistenziali attraverso suoi organi riscontrò anomalie, fece decadere il Consiglio in carica e nominò un commissario. Appunto Pallino, in buoni rapporti con la Lega e con l’allora presidente della Regione Maroni. Abbiamo avuto modo di parlare di lui e di leggere pubblici annunci di querele per affermazioni, mai precisate, ritenute inesatte sul suo operato. A quell’intento, mai smentito, non seguirono atti giudiziari e solo la generosità del sottoscritto e dell’editore di RMFonline ha risparmiato a Pallino di essere lui il querelato a tutela della nostra onorabilità e dignità morale.

È noto che l’atto regionale di nomina del Commissario fu impugnato dal presidente Campiotti. Da qui ne seguì una serie di ricorsi e controricorsi alla magistratura amministrativa con alterno esito. Campiotti e la sua amministrazione rientrarono un paio di volte in carica sia pure per pochi giorni, e ancora oggi è pendente un ulteriore suo ricorso contro l’organo regionale.

Durante questo tira e molla alcuni consiglieri comunale della Lega e di Forza Italia, sostenuti purtroppo da organi di informazione locali, hanno continuato a pretendere notizie ed interventi da parte del sindaco. Che ha mantenuto la sua giusta estraneità. Gli amministratori del Molina li aveva nominati l’ex sindaco Fontana su proposta dei partiti allora di maggioranza, Lega, Forza Italia e amici. Dunque per quello che volevano sapere del Molina, avevano sbagliato indirizzo. Chiedessero a coloro che li rappresentavano nella Fondazione. Pareva logico, ma con sprezzo del ridicolo questi consiglieri comunali di minoranza hanno continuato nel loro agitarsi contro il silenzio del sindaco. Importante era fare fumo, contando sul fatto che la gente avrebbe capito poco di queste cose.

Ora che la Regione ha esplicitato la volontà di non procedere oltre col commissariamento dell’ente, Galimberti, senza indugi, ha provveduto a quanto lo statuto della Fondazione gli assegna cioè la designazione degli amministratori. Li ha scelti nell’unico interesse del Molina che Varese considera patrimonio storico dei suoi cittadini giudicandoli per i loro meriti personali, professionali e non solo politici. Così ha scelto come presidente Guido Bonoldi (complimenti da parte di RMFonline, di cui è da anni una fedele e preziosa firma) primario di medicina generale, un apprezzato sanitario di lungo corso, con incarichi esercitati in numerose strutture ospedaliere pubbliche e private. Incarichi ottenuti per i suoi indubbi meriti professionali, non certo per l’appartenenza a CL, movimento che a volte ha sostenuto -oltre a valide personalità professionali- esponenti non meritevoli nella sanità lombarda.

Affiancato da altri consiglieri con conoscenze manageriali e assistenziali, la città si aspetta da Bonoldi sia una oculata gestione della casa di riposo sia una proficua collaborazione col Comune, proprio nel rispetto della volontà dei fondatori. Un compito non facile soprattutto perché i nuovi amministratori avranno davanti a loro i vincoli delle “esercitazioni finanziarie” dell’amministrazione Campiotti in aggiunta gli impegni estemporanei e futuri assunti dal Commissario.

 Saremo curiosi di sapere se alcune iniziative del commissario quali un padiglione riservato a vecchi cuochi e la creazione di una alta scuola di cucina all‘interno del Molina, siano state solo chiacchiere o veri e propri impegni sottoscritti con il grande gastronomo Gualtiero Marchesi e la sua fondazione. E se rispondono al vero le voci circa diverse assunzioni di nuovi dirigenti. Tutti necessari, tutti congeniali alle funzioni loro assegnate? Comprendiamo che il commissario nella sua gestione interlocutoria abbia voluto circondarsi di persone di completa fiducia. Persone però che ora lascia nell’ente e che sarebbero in grado, qualora lo volessero, di condizionare l’attività dello stesso Consiglio neo eletto. In tal caso la Lega uscita dalla porta rientrerebbe comodamente dalla finestra.

Speriamo in bene. Per ora, evviva il sindaco Galimberti che fa di tutto per portare aria nuova nella Fondazione Molina dopo essere stato continuamente tirato per la giacca, fino a strappargliela, da Lega e Forzisti. Gli stessi che avevano creato il caso proprio coi loro nominati.

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