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Politica

UCCIDERE LA SPERANZA

GIANFRANCO FABI - 16/11/2018

Il cardinal Bassetti

Il cardinal Bassetti

Più che un atto di accusa, un’amara constatazione di come le attuali scelte politiche e sociali rischino di aggravare pesantemente una situazione già segnata dalle difficoltà economiche e dalle disuguaglianze. Questo il messaggio che il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana ha lanciato introducendo l’assemblea straordinaria riunita a Roma e che ha avuto tra i suoi compiti principali quella di approvare una nuova traduzione del Messale con una piccola revisione anche del Padre nostro.

Gli effetti della crisi economica – ha sottolineato Bassetti – continuano a farsi sentire in maniera pesante, aumentando l’incertezza e la precarietà, l’infelicità e il rancore sociale. Al posto della moderazione si fa strada la polarizzazione, l’idea che si è arrivati a un punto in cui tutti debbano schierarsi per l’uno o per l’altro, comunque contro qualcuno”.

Il riferimento all’attuale fase politica è tutt’altro che indiretto, una fase politica caratterizzata più dalle accuse, dai contrasti, dal linguaggio volgare che dalla ricerca di una corretta condivisione e partecipazione. Appare sempre più evidente la volontà di una frattura con il passato, della ricerca di colpevoli più che di offrire contenuti alla speranza di guardare con fiducia al futuro.

Una Repubblica come la nostra “fondata sul lavoro” vede le due forze di governo impegnate l’una a facilitare il raggiungimento della pensione e l’altra a garantire un reddito anche senza lavorare. Ma se si vuole veramente impegnare forze e risorse per combattere la povertà e l’emarginazione dovrebbe essere messo in primo piano il fatto che i mezzi necessari si possono creare solo incentivando il lavoro, aiutando le imprese ad essere competitive, migliorando le prospettive dell’economia.

E invece si stanno bloccando, tra l’altro, gli investimenti nelle grandi opere, pensiamo alle polemiche sull’alta velocità Torino-Lione, che non solo creano posti di lavoro, peraltro almeno in parte finanziati dai fondi europei, ma poi contribuiscono in maniera forte a creare le migliori condizioni per lo sviluppo degli scambi e quindi della crescita delle imprese.

C’è il rischio concreto che siano imposti dei passi indietro ad un paese che invece avrebbe bisogno come l’ossigeno di pensare in chiave moderna e innovativa, di giocare un ruolo determinante in Europa grazie alla propria credibilità e al rispetto delle regole. Invece le aperture alla modernità sono viste con sospetto, l’Europa è velleitariamente sul banco degli accusati, le imprese private sono considerate mucche da mungere e non l’elemento centrale dell’economia.

È questa realtà che rischia di uccidere la speranza e di rendere vane le attese delle persone e delle famiglie. “Sono le attese frustrate rispetto al lavoro – scrive il cardinale – per cui molti giovani, per poter immaginare un futuro, si ritrovano costretti ad andarsene dalla nostra terra. Sono le attese delle famiglie ferite negli affetti, che soffrono nel silenzio delle solitudini urbane e nell’avvizzimento dei sentimenti. Sono le attese degli anziani, che non si sentono più utili a nessuno, privi di quella considerazione di cui avrebbero – o, meglio, avremmo tutti – tanto bisogno. Sono le attese di una scuola qualificata, che sia frontiera e laboratorio educativo da cui non possono essere esclusi i nuovi italiani, per i quali torniamo a chiedere un ripensamento della legge di cittadinanza. Sono le attese di una sanità puntuale, attenta e accessibile a tutti. Sono le attese di una giustizia che – rispetto al malaffare e alla criminalità organizzata – continui a perseguire un uso sociale dei beni recuperati alla legalità. Sono le attese di un uso del potere, che sia davvero corretto e trasparente”.

La politica sembra parlare d’altro e peraltro, sottolinea il cardinale Bassetti, con un “linguaggio imbarbarito e arrogante, che non tiene conto delle conseguenze che le parole possono avere” mentre “la risposta a quanto stiamo vivendo passa dalla promozione della dignità di ogni persona, dal rispetto delle leggi esistenti, da un indispensabile recupero degli spazi della solidarietà”.

Bassetti ha citato due personalità che hanno segnato l’impegno dei cattolici nella società italiana, Alcide De Gasperi, il presidente del Consiglio che avviò la ricostruzione nel dopoguerra e grande testimone dell’impegno dei laici in politica, e Giuseppe Toniolo, ispiratore dell’Università Cattolica, che ha sempre messo al centro della propria missione la dignità della persona e la solidarietà. Personalità che sembrano apparire appartenenti ad altre epoche: Toniolo moriva nel 1918, De Gasperi nel 1954. Anni lontani. Ma l’impegno dei cattolici nella società resta di grande attualità.

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