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Società

EGO SUM

ARTURO BORTOLUZZI - 02/10/2020

ioEntro il 28 febbraio 2021 le pubbliche amministrazioni sono tenute ad avviare i processi di trasformazione digitale, come stabilito dal Decreto Semplificazioni.

Il Comune dovrà avere tutte le possibilità di sposare i mezzi elettronici in maniera tale da poter soddisfare quelle che sono le sue esigenze, ma soprattutto quelle dei cittadini.

Il Sindaco del Comune di Varese, in quattro anni, non ha mai risposto alle lettere che gli ho inviato tramite Posta Elettronica Certificata (PEC).

Ho la certezza che il SIC (la Società che gestisce l’informatica comunale) lavori esaustivamente e puntualmente.

Manco invece di una attestazione per iscritto che possa dimostrarlo.

Anche il nuovo Assessore alla Digitalizzazione Fabrizio Lovato non mi ha risposto e mancano pochi giorni perché egli possa farlo nei termini di legge.

Ho bisogno che lo faccia per poter rispondere alle domande che gli ho posto:

  1. Quanti sono gli enti privati industriali ovvero artigianali ovvero culturali che hanno accesso alla rete comunale?
  2. Quante sono invece le persone fisiche che fanno ciò?
  3. Si può tracciare donde abbiano sede tutti costoro?
  4. Sono collegate tutte le scuole al sistema informatico del Comune?
  5. Quante scuole cittadine ovvero asili hanno chiesto al Comune di poter avere una nuova strumentazione informatica?
  6. Quali sono i quartieri di Varese con più connessioni ad Internet e che più dialogano con il Comune?
  7. Quali iniziative sono state fatte dai presidi delle scuole per proporre azioni comuni per conoscere e testare gli strumenti informatici comunali, ovvero, per avere altre informazioni digitali?
  8. Quante volte, invece, il Comune si è autonomamente messo in contatto con le scuole o gli asili varesini?
  9. C’è, insomma, un rapporto tra Palazzo e scuola?
  10. L’Università di Varese ovvero quella di Castellanza si connettono con il digitale comunale?
  11. Quali Parti sociali lo fanno?
  12. Quali sono i programmi più utilizzati?

Proprio il potenziamento delle reti digitali è certamente uno degli elementi centrali che anche Anci vuole che siano perseguiti in questo periodo di post epidemia. L’obiettivo è quello di superare un isolamento tecnologico ritenuto ormai «ingiustificabile» di molte aree del Paese. Questa è una delle azioni chiave su cui lavorano i sindaci del Paese (spero anche il nostro), anche con l’obiettivo di attuare un piano per la diffusione e la condivisione dei big data pubblici che le amministrazioni gestiscono in quantità enorme, ma che restano confinati in bolle locali. Con la conversione in legge del DL Semplificazioni si consolida la base normativa per velocizzare il processo di trasformazione digitale della PA. Il decreto dispone che quella digitale diventi la modalità abituale di comunicare tra uffici pubblici e tra amministrazioni e cittadini.

Passo fondamentale per la trasformazione è l’introduzione del Codice di condotta tecnologica: la Pubblica amministrazione progetterà, realizzerà e svilupperà i propri sistemi e servizi informatici basandosi su regole omogenee, valide su tutto il territorio nazionale.

Dal 28 febbraio 2021 l’identità digitale Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e Cie (Carta d’identità elettronica italiana) diventeranno le sole credenziali per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione. La novità riguarda tutte le amministrazioni: quella nazionale, quelle territoriali, gli enti pubblici, le agenzie. Resta ferma l’utilizzabilità delle altre credenziali fino alla data di naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021.

L’app IO sarà il canale per accedere da smartphone a tutti i servizi pubblici resi in digitale. Il decreto introduce per i vari rami della PA l’obbligo di rendere fruibili i propri servizi in rete tramite l’applicazione IO. L’applicazione IO, attraverso un apposito servizio, consentirà ai cittadini di effettuare autocertificazioni o di presentare istanze e dichiarazioni utilizzando il proprio telefono cellulare. Con IO si potranno effettuare i pagamenti alla PA attraverso la piattaforma PagoPa, integrata nell’app.

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