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Attualità

STUDIARE PAGA

CESARE CHIERICATI - 23/06/2022

laureatiLe università del territorio varesino si confermano in buona salute alla luce dei risultati emersi dal rapporto del Consorzio Almalaurea 2022 che, con le sue cifre e le sue elaborazioni statistiche, analizza da anni la capacità di settantasei atenei nazionali di mettere i propri neo laureati in condizioni di trovare in fretta lavoro. Il rapporto, per quanto riguarda gli atenei locali, dice che i laureati dell’Insubria (Varese e Como) e della Liuc (Castellanza) nel giro di un anno trovano una soddisfacente collocazione professionale, il cosiddetto “posto di lavoro”, un’espressione quest’ultima che rimanda al titolo di un mitico film anni sessanta del regista Ermanno Olmi.

 A un anno dalla laurea il 79,7 per cento dei cosiddetti dottori triennali targati Insubria, non iscritti a un corso di secondo livello, ottiene un’occupazione. Rispetto alla media nazionale un 5,2 % in più e meglio pure della media lombarda ferma al 79,1 %. Il rapporto precisa anche che la media degli stipendi è di 1344 euro netti al mese, in linea con il resto della penisola. Ancora più confortanti le cifre per i laureati magistrali, sempre a un anno dalla tesi finale. Per loro il tasso di occupazione passa dal 77,5 % del 2021 all’attuale 87,4% mentre la media nazionale si attesta al 74,6%. In ascesa anche la media delle retribuzioni: 1702 euro netti mensili, 295 in più di quella nazionale.

Altrettanto lusinghieri i risultati ottenuti dall’Università Carlo Cattaneo di Castellanza dove l’indirizzo di Economia e Management apre molte strade. A un anno dalla laurea l’88,3% risulta occupato mentre nel 2021 la percentuale era all’85,5. Il mondo del lavoro mostra poi di apprezzare parecchio l’ormai storico indirizzo di ingegneria aziendale Gli studenti di questo corso magistrale sono molto richiesti ed entro il consueto intervallo di un anno il 91,7 trovano occupazione. L’anno scorso erano l’88,9, dunque un incremento che sfiora il 3%.

La scelta accademica fatta alcuni decenni fa dalla politica e dagli imprenditori locali si mostra dunque sempre più pagante. In futuro potrebbe esserlo ancor più di quanto non lo sia ora creando nuove competenze e possibilità occupazionali. Se infatti lo sguardo si allarga all’ intera Regio Insubrica comprensiva, oltre alle province di Como e Varese, del Canton Ticino, del Verbano Cusio Ossola e della provincia di Lecco, ci si rende conto di essere in presenza di un polo della conoscenza con grande potenzialità di integrazione e crescita. Entro un diametro di 30 km da Varese ci sono infatti ben cinque atenei: tre svizzeri (Università della Svizzera italiana e Supsi a Lugano, Accademia di architettura a Mendrisio), due italiani (Insubria a Varese-Como e Liuc a Castellanza). Su scala nazionale si tratta di un ventaglio di opportunità, anche trasfrontaliere, che pochi altri territori non metropolitani possono offrire.

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