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Il racconto

LA DISOBBEDIENZA

GIOVANNA DE LUCA - 21/10/2022

ucrainaIl telegiornale era finito. Avevano cenato seguendo in silenzio le consuete immagini di guerre, omicidi, cataclismi. Stavano ancora zitti. Cosa si poteva una volta in più commentare?

Ma gli occhi di Fabio zigzagavano sulla tovaglia, e le labbra si muovevano come se stesse per parlare. Infine si fece coraggio: “Papà, domani parto per l’Ucraina”.

Suo padre aveva ancora la testa sul piatto, e gli rispose: “Non dire fesserie, non si deve

 scherzare con quei poveretti”. “Appunto. Io non scherzo. Ti ripeto: domani parto per l’Ucraina”.

Il padre alzò il capo e lo guardò, tra l’incredulo e il contrariato. “Stai scherzando, vero?”. “No”.

L’espressione di Fabio era di quelle che non lasciano dubbi. “Ti ripeto: stai scherzando?”. “Assolutamente no. Parto con un gruppo di volontari, ragazzi che conosci. È tutto organizzato. Domani parto. Sono maggiorenne, papà”.

Allora il padre si alzò da tavola, mentre il viso gli si arrossava e negli occhi gli balenava la collera.

Ancora non riusciva a parlare, mentre la mamma si coprì il volto con le mani. Poi esplose: “Cosa? Cosa? Sei impazzito, vero? E cosa vai a fare, a combattere? A veder morire, tu che non sopporti la violenza nemmeno su una gallina? Tu che fai il pacifista e vai nei cortei?”.

“Papà, lascia che ti spieghi…vado a portare aiuti, a dare conforto e non solo parole…”.

“Ma fammi il piacere”, e la voce era sempre più incollerita, “l’aiuto e il conforto portali nelle nostre periferie, ai barboni di notte o agli immigrati qui, qui dove sei. E poi…e poi…ma ti rendi conto che potresti lasciarci la pelle? A noi non pensi ? A tutto quanto abbiamo fatto per il tuo bene, per vederti felice? Tu nemmeno ti immagini cos’è un paese in guerra! Quante me ne ha raccontate tuo nonno, che l’ha vissuta! Tu solo per lo spavento mi muori subito, mi muori…”. Poi si volse alla mamma: “E tu, tu non dici niente? Oppure lo sapevi, eh, certo che lo sapevi! Sempre d’accordo con lui sei stata, sempre su tutto…Ma possibile? Tu sei la madre, non ti preoccupi per tuo figlio? Già, tu sei idealista, più idealista che madre!” E mentre la mamma si alzava e con fierezza tentava di parlare il padre gridò: “Basta, basta! Io amo mio figlio! Lo voglio vivo e felice! E domani tu Fabio non andrai in Ucraina, andrai all’università, all’università, capito?” Poi usci, sbattendo la porta.

Dopo una notte insonne, la mamma andò con il caffè a bussare alla porta della camera di suo figlio.

Aveva in cuore un groviglio di orgoglio e di paura. Aprì la porta: il letto era perfetto, intatto.

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