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Sport

ROMANZO SUL GHIACCIO

FABIO GANDINI - 28/04/2023

mastiniGara 7 – decisiva per il titolo, palpitante nel suo svolgimento con le reti del successo (una addirittura del portiere, roba che non si vedeva dal 2009…) arrivate durante l’ultimo giro di giostra del cronometro – si è disputata solo due giorni dopo la comunicazione pubblica della sciagura sportivo-regolamentare che si è abbattuta sulla Pallacanestro Varese.

Un caso, ovviamente, ma non nell’importanza che il doppio evento – uno funesto, l’altro entusiasmante – ha assunto per l’animo degli sportivi cittadini, rincuorati nel vedere trionfare il nome di Varese sul ghiaccio nel medesimo momento in cui lo stesso veniva infangato (“illecito sportivo, frode sportiva”) all’ombra dei canestri. Il trionfo dei Mastini ha avuto insomma un potere consolatorio: anche da questo particolare si può misurare la missione compiuta da una storia che ritorna.

La Shimano, la Kronenburg e i fasti di fine secolo scorso si sono reincarnati, al secondo trofeo stagionale si può ben sostenere. Nell’albo d’oro giallonero 2023 la vittoria dell’Italian Hockey League è infatti seguita alla Coppa Italia conquistata a gennaio, sempre ai danni del Caldaro, unico antagonista rinvenibile e credibile in un cammino di successi perentori. Nell’Inghilterra del calcio tale, consistente bottino si definirebbe double, qui è stato più un ascensore di passione, di consapevolezza, di tradizione riapparsa come un bagliore.

La magia letteraria dello sport sta nel mischiare le gesta di campo con gli accadimenti fuori da esso, i freddi ma fondamentali numeri con le porte girevoli del destino, le storie collettive con quelle dei singoli. Così i successi e le sconfitte diventano libri complessi, conturbanti, tutt’altro che scontati o lineari.

La piccola epopea dei Mastini non fa eccezione. Dietro una sequenza di battaglie vinte che da novembre ad aprile non ha quasi trovato contromisure, per esempio, ci sono gol e prestazioni di giocatori che hanno scelto Varese prima come uomini che come atleti. Sono riapparsi, sul ghiaccio della Città Giardino, memori dell’abnegazione di quei tifosi che, in assenza di un palaghiaccio cittadino agibile, si sobbarcavano trasferte “casalinghe” a Milano e a Como pur di non lasciare sola la squadra.

Gli stessi tifosi che però, da settembre, hanno potuto abbracciare la loro nuova casa, l’Acinque Ice Arena, una scommessa non facile dell’amministrazione comunale. E allora i supporter si sono moltiplicati, facendo segnare un sold out dietro l’altro: la stessa sussistenza di un focolare dopo anni di dolorosa apolidia si è trasformata in un motivo in più per scrivere una favola.

Che a sua volta è stata una carta da spendere nel far proprie le prestazioni di un coach che a questo livello praticamente nessuno ha la fortuna di avere: il canadese Claude Devèze, anch’egli cavallo di ritorno. E con Devèze ecco due stelle – sue conterranee – da schierare tra le linee: Francis Drolet e Mathieu Desautels. Senza la firma del loro mentore, non sarebbero mai arrivate.

Tutto si tiene, tutto si tocca. Devèze rimette piede sul suolo prealpino e dichiara: «Sono tornato qui per vincere». Poi strappa alla società la promessa di un salto in avanti in caso di effettivo successo: nel 2023/2024 non più l’IHL, ma l’Alps League, a competere con le squadre italiane e straniere più forti. La dirigenza varesina dice sì, poi si fa i conti in tasca e ci ripensa: il passaggio di serie costerebbe troppo e rischierebbe di mandare all’aria i conti.

La risoluzione non diventa pubblica, ma il coach lo viene a sapere. Si sente preso in giro, minaccia di andarsene una volta conclusa l’opera di quest’anno. La squadra percepisce il malumore e si incaglia proprio nel momento più importante, la serie finale con il Caldaro, andando sotto 3-2. Il titolo si allontana, gara 6 incombe e si gioca in Trentino.

Poi arriva una telefonata da oltre oceano. E quindi una dalla Francia. Devèze – a un passo dal lasciare Varese, ma a questo punto non da vincente – capisce che non conta solo l’ambizione, ma anche la felicità. E lui, tra questi laghi, è felice come non lo è mai stato.

Allora lui e la società ritrovano l’armonia, così come l’accordo per il prossimo anno: capitan Vanetti e compagni lo vengono a sapere, si rimettono in bolla, vincono gara 6 dopo essere stati sotto di due gol a pochi minuti dalla fine e poi trionfano davanti alla loro gente due giorni dopo.

In Inghilterra lo chiamano double, qui lo definiamo romanzo.

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