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Cultura

FARMACISMI

SILVANO COLOMBO - 02/11/2023

pillole“Pillole, a cosa servono?”

“A impedire di arrovesciare i busècch, le budella.”

“Portentoso, ma quando può succedere che uno corra tale rischio?”

“Per esempio quando si legge sui quotidiani o si vedono servizi televisivi che lamentano la decrescente natalità di noi civili europei, e non ci si chiede quanti aborti non siano stati registrati!”

“E serve a qualcosa?”

“Che cosa, prendere la pillola o discutere dell’aborto?”

“Ma certo prendere la pillola, ma non questa.”

“Ma neppure quell’altra, se i nostri vecchi ci hanno insegnato qualcosa, ma ormai sono morti tutti e chi se li ricorda?”

“Tanto questa o quella…

“A lenire un topìcch, un topicco al piede quando all’angolo della strada prendi dentro una carrozzella che non ti aspettavi e rischi di farla ribaltare. Chiedi immediatamente ed educatamente scusa alla signora che spavalda andava per la sua strada e ti chini sulla creatura per vedere se si è spaventata e toh! c’è dentro un cagnolino tutto bardato, amorevolmente condotto a cambiar l’aria viziata di casa per respirare quella tossica della strada, proprio a livello della bestiola. Vi ricordate la grotta del cane?”

“Ma allora serve anche a far passare lo sconcerto di quando in televisione il presentatore chiede ad un suo o ad una sua concorrente di salutare quelli di casa e si sente dire: Saluto i miei cinque gatti ed il cagnolino che mi guardano.”

 “Se ci fosse ancora il Mike direbbe giustamente: Allegria, per poi andare a piangere dietro le quinte.

Sento dire e addirittura leggo spesso sui social che soltanto il cane capisce la padrona. Di solito sono le anime femminili infelici che affermano tali confidenze, perché loro sì che ci capiscono, voi uomini no eccetera ma non si sono mai chieste se il loro cane avesse l’uso del telefono cellulare, risponderebbe qualcosa o le bannerebbe senza neppure uno sbadiglio?”

“La mia pillola è perfetta per una simile evenienza, perché se ti va di traverso ti impedisce di dire tali solenni castronerie!”

“Serve anche a interrogarsi la coscienza?”

“Un caso del genere non l’ho mai affrontato però, se mi dice di che cosa si tratta, potrei trovare un altro rimedio.”

“Ecco, si tratta della vocazione…”

“Ah! No, non sono versato in quel campo. Non voglio confondere il sacro con il profano.”

“Lasci che le dica. C’era una volta…”

“Cecco Rivolta!”

“Per favore, mi lasci continuare. C’era una volta uno studente universitario che andava a Milano avanti e indietro, frequentando carrozze ferroviarie di seconda classe. Passa che ti passa, un bel giorno scocca la vocazione. San Paolo, meglio Saulo, perché santo lo sarebbe diventato dopo, viene scaraventato di sella dal cavallo. Il nostro sta comodamente seduto su arroventati sedili e guardando e mirando fuori dal finestrino vede sempre e sempre presentarsi la sagoma del Seminario di Venegono Inferiore. Scende dal treno e va a farsi prete.”

“Non ci sono limiti per la Provvidenza, anche se, mi chiedo, e se fosse passato davanti ad un carcere…? Ma, per il caso che lei mi prospetta non ho la pillola giusta. Anzi, no, aspetti! Ecco la pillola del Pater Noster. Serve ad attizzare le vocazioni, che decrescono come le nascite. Ne prenda in abbondanza. Farà soltanto del bene.”

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