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Sport

SVANITI I “GIRI” DI UNA VOLTA

ETTORE PAGANI - 17/05/2013

Partenza da Napoli:  non è male.

Ormai più che un Giro d’Italia è diventato un giro di partenze. Alla ricerca – anche fuori dallo Stivale – di luoghi nuovi come sedi del primo striscione o, addirittura, mai toccati. Anche questo non è male. Un po’ di novità non  guasta mai. Come la creatività nell’arte.

È finita, dunque, una volta per tutte (almeno così pare) la storia della partenza e dell’arrivo nella capitale lombarda. Il Giro non è solo dei polentoni ma anche dei pizzaioli.

Ed è giusto. Napoli – nonostante tutto – continui  a rimanere quella bellezza che la natura ha fatto e nessuno può cancellare. Un meraviglioso acquarello.

Che se poi il Giro si fosse portato dietro nella sua interminabile carovana, anche  una bella serie di carri per la raccolta della spazzatura sarebbe stato meglio ancora. Acquarello più pulito e meraviglioso gusto alla vista. E i napoletani nell’impossibilità di ringraziare Comune, Provincia, Stato o quant’altro sarebbero stati ben lieti di ringraziare la  Gazzetta dello Sport, il ciclismo e lo sport in genere.

Lietissimi. Più ancora che appuntare l’attenzione sui protagonisti in due ruote.
Su questo o quell’altro.

Neppure si dannerebbero l’anima a  pensando ai tempi in cui le lancette dell’orologio  dei pronostici puntava, immediatamente,  su nomi ancor più che nazionali addirittura famigliari: Bartali, Coppi, Magni, Nencini, Moser e via dicendo magari intervallati da altri  non di famiglia ma di gran classe, talmente grande da doverla spartire tra  loro ma con spartizione difficilissima: Kubler, Koblet, Bobet, Anquetil, Merckx, e, un’altra volta, via dicendo.

Qui c’è ben poco da strapparsi i capelli scuri meridionali o più chiari settentrionali.

La madre del ciclismo stenta a partorire campioni. E, purtroppo, qualche volta dà vita a finte glorie che in breve si scoprono più valorizzati dal nome dei farmaci che portano su una maglia di riserva che non da qualità effettive. Sembrerebbe banale ma continua, purtroppo, ad essere attuale riproporre una frase fatta: “non ci sono più i Giri di una volta”.

E soprattutto non ci sono più i campioni di una volta.

Sperare, però, non guasta mai.

Quanto agli affari più strettamente di casa nostra l’assenza di Basso – non deve impensierire più di tanto come la sua presenza – non avrebbe impensierito  più di tanto gli avversari.

Ha fatto non poco nella sua carriera prima di quella squalifica che – secondo alcuni- avrebbe lasciato qualche macchia anche sui successi precedenti. Macchie o meno i successi sono rimasti ma a notevole  distanza tale, certamente, da aver lasciato fin troppo in lunga attesa Nibali per il grado di capitano.

Dunque anche per i fatti nostri nulla di nuovo sotto il sole.

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