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Chiesa

QUARANT’ANNI DOPO

Padre DIONISIO FERRARO - 12/07/2013

Oggi completo quarant’anni di Guinea-Bissau. Presenza, lavoro di ogni tipo. Mi sento commosso. Siamo qui in quattro: Padre Avito, 33 anni, diocesano di Bafatà, Padre Djon di Myanmar, del PIME, 36 anni, un diacono brasiliano del PIME, Celo, 31 anni e il sottosciritto, ormai vicino ai 70 anni.

Piove, fa caldo… come quarant’anni fa. Ero arrivato con un visto turistico di un mese. Allora il Governo Portoghese non aveva fiducia nei missionari italiani. Ogni mese mi hanno rinnovato il permesso turistico fino al 25 di Aprile del 1974. Poi tutto è diventato più facile.La Guinea-Bissauha proclamato l’Indipendenza e mi ha lasciato lavorare.

Ma i problemi quotidiani, la povertà estrema, la mancanza di persone libere e competenti, le vendette, il colera ogni tre anni, la dittatura dei militari, la guerra civile del 98-99 nella capitale (Bissau) con circa quattromila rifugiati nei pressi della Chiesa…

Quanta fatica, quanta tenacia, quanta Provvidenza! Ho toccato con mano che Dio mi voleva e mi vuole bene. La verticalità! Stare vicino a Dio nella preghiera, nel silenzio, assieme agli ultimi del mondo, ai bambini dell’asilo o delle altre scuole che mi stringevano la mano con tanta simpatia e i tanti amici (Varese, Torvaianica, Vergiate, Occhiobello, Bienate, Saronno, Milano…) che mi sostenevano con una telefonata, con una lettera.

Piove, per fortuna, così si respira. Il clima della Guinea non è facile. Ma si può creare un clima umano di simpatia, di fiducia, di speranza, di lavoro. A Gancodia (43 Kmda Bambadinca!) mi hanno invitato perché appunto insistevo sì nella catechesi, ma anche nel lavoro.

E adesso? Avanti, Dionisio! Fin che la barca va, lasciala andare. Guarda in alto. Forse qualcosa di nuovo ti aspetta.

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