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Cultura

LETTURA AI TEMPI DEGLI E-BOOK

MARGHERITA GIROMINI - 01/11/2013

Un giorno potrei svegliarmi e trovare la casa vuota di libri: scomparse le librerie (tante!), e gli scaffali più o meno provvisori che accolgono la quantità, mai in diminuzione, di libri… Spariti i volumi ospitati in cantina e in garage, in attesa del loro destino. Tutto quello che posso leggere è contenuto nella tavoletta del kindle di cui mi sono innamorata un anno fa. Sarebbe scioccante scoprire, da un momento all’altro, di essere entrata in un mondo solo digitale.

Da un anno la mia passione per la lettura trova risposta anche in quella tavoletta che al momento ospita i trentadue e-book acquistati in dodici mesi: trenta sono stati letti perché sono romanzi, due saggi sono rimasti in attesa (si potrà dire intonsi?). I saggi, si sa, stanno sulla scrivania e si studiano, si sfogliano, si riguardano alla ricerca di quel concetto che ci serve capire meglio. Non si leggono tutto d’un fiato.

Oggi il peso degli iniziali trentadue libri del mio kindle è pari a quello di un normale volume medio di grandezza e basso di spessore, con una copertina nera, di plastica. Con un posto sempre disponibile in qualunque borsetta. Grazie al mio strumento posso leggere dappertutto, nella sala d’attesa del medico e in quella dell’aeroporto, in vacanza e nei momenti liberi. Certo, si è ridotto il livello di socializzazione come pure lo sguardo sulle cose che mi stanno intorno. Ho meno tempo perché devo, voglio, finire il libro, pardon, il mio e-book. In basso alla pagina elettronica sono riportate alcune informazioni sui miei progressi: quanto ho letto del libro, in percentuale, quanto mi manca, in minuti, a finirlo (ma come faranno a sapere quanto sono veloci i lettori?). Poi, se attivo un’altra funzione, mi dicono (chi?) addirittura quanto mi manca a finire quel capitolo. Questa nuova struttura mi costringe, ma è una reazione soggettiva, a ingaggiare una lotta tutta interna a me stessa: finirò nei tempi medi stabiliti da Amazon? Con l’e-book la mia lettura diventa, in qualche misura, una gara contro il tempo.

Ho provato anche a pormi domande sul mio approccio alla lettura. Ad esempio, a quello che mi succede quando finisco un romanzo. Le reazioni sono le stesse. Per un giorno, o due, fatico a staccarmi dai personaggi che ho lasciato; mentre mi occupo d’altro mi ritornano in mente. Sono amici partiti per andare lontano da me e che forse non vedrò più. A meno che l’autore della storia sia seriale e mi lasci in attesa del suo ritorno.

Mi pongo un’altra domanda. Quando finisco di leggere un libro cartaceo, lo lascio vagare per casa per un certo tempo, o in attesa di essere prestato o di essere collocato in modo definitivo. Ma che succede con l’e-book? Come posso rincontrarlo? Dove sarà visivamente finito? In quale parte del cervello e con quale forma si è stabilizzato nella mia memoria?

La questione può sembrare peregrina. Ma non lo è. Sono le mie risposte a essere, per ora, insufficienti. So che i linguisti e gli psicolinguisti si stanno arrovellando per individuare le modifiche che questo nuovo tipo di lettura porterà e apporterà al cervello. Quale funzione svilupperanno o quale nuovo settore del cervello attiveranno. Per noi, adulti chiamati “immigranti digitali”, si profila un lungo periodo di convivenza tra il cartaceo e il digitale, un interregno interessante per gli scambi e le contaminazioni che nascono dalla compresenza dei due approcci alla lettura. Ricorderò di più o di meno se ho letto sulla carta o sul kindle? I personaggi e gli eventi si configurano nella mente allo stesso modo sia che io sfogli le pagine percependo l’odore della carta e segnando le pagine con il mio segnalibro preferito, sia che io sfiori lo schermo della tavoletta dove le pagine non sono le “vere” pagine del libro ma quelle, in sequenza, della struttura che io ho impresso all’e-book scegliendo la grandezza dei caratteri. Carattere grande, libro più lungo; carattere piccolo, libro più breve.

A me pare che questo sia un momento ricco di sollecitazioni culturali, sociologiche e pedagogiche: che cosa succederà all’immaginario dei ragazzini del futuro, dovranno andare al museo per vedere e toccare un libro? Confesso che mi piace essere immersa nel guado di una lettura a più facce. Mentre giuro che non abbandonerò mai i libri di carta, che spero gli amici continueranno a regalarmi per le occasioni, mi aspetto di incontrare altri adulti curiosi per natura, disposti a lasciarsi definire “adulti 2.0”, pronti a sperimentare un diverso modello di lettura. Per provare, tra l’altro, la sensazione di avere in borsetta o nella cartella da lavoro trentadue libri che non pesano nulla!

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