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Cara Varese

INTERESSE PUBBLICO E POTERE

PIERFAUSTO VEDANI - 23/01/2015

L’ingresso del Molina

L’ingresso del Molina

Con una lettera – la pubblichiamo anche noi per favorire una completa comprensione del problema da parte dei nostri lettori – indirizzata al sindaco Fontana e, successivamente, resa nota agli organi cittadini di informazione, Fabrizio Mirabelli, capogruppo del PD a Palazzo Estense chiede cortesemente che siano date in aula delucidazioni sui criteri di scelta del Consiglio di amministrazione e del presidente della Fondazione Molina in scadenza di mandato dopo circa cinque anni.

È previsto che sia sempre il primo cittadino a scegliere la guida della grande casa di riposo, amatissima dai varesini, assurta a riferimento regionale per capacità e qualità assistenziali, attiva da centotrenta anni, patrimonio di una cultura d’avanguardia nel rapporto con gli anziani.

Perché Mirabelli scrive al sindaco e chiede di informare i consiglieri comunali sui criteri di scelta che adotterà è bene spiegato nella lettera. Dove si lascia pure intuire che il PD odierno, al pari di quello del passato, quando era piena espressione della Sinistra, non dà la caccia alla poltrona. Emerge bene invece la preoccupazione di un possibile cambio della guardia nel segno di logiche spartitorie e di potere attribuibili a un solo partito, logiche emerse ricostituendo una nuova maggioranza a Palazzo Estense e che potrebbero avere conseguenze negative sulla gestione del Molina se venissero accettate dal sindaco, unico responsabile dell’attribuzione degli incarichi al Molina.

C’è ancora riserbo sui nomi dei “candidati” a Consiglio e presidenza della Fondazione, ma è facile intuire che sia stato ipotizzato, se non già programmato, un accordo per l’avvicendamento del presidente che dovrebbe lasciare il posto a una personalità di uguale sensibilità politica, ma da sempre lontana dal pianeta delle problematiche socio-assistenziali.

Nella lettera al sindaco Fontana il capogruppo Mirabelli lo dice chiaramente: tutto questo sarebbe un’avventura a danno di una istituzione che è stata ben gestita. Se non altro in tempi in cui viaggiano bastonate tra i partiti, ecco il miracolo di Varese: la Sinistra insorge a favore di un cattolico, mentre il Centrodestra, almeno a livello di quadri attende ordini. Lo fa da una vita.

Del possibile candidato a subentrare nella presidenza si sussurra il nome, ma detto che è una persona per bene, che ha sempre fatto politica nei modi tradizionali, che non ha requisiti specifici per gestire il Molina penso che basti.

È importante invece ricordare chi è il presidente che il suo stesso partito vuole sacrificare in nome del potere e non dell’interesse pubblico; sarà ancora più significativo sottolineare il ruolo del sindaco e la cascatella o Niagara di ripercussioni che avrà la sua decisione finale sul rinnovo della guida dell’istituzione di viale Borri.

Che il Molina sia una macchina non facile da pilotare lo dimostra un passato a volte inquieto per polemiche interne, proteste dei familiari dei degenti, continue tensioni, obiettivi falliti. Lo ha detto la cronaca cittadina. Le presidenze sono andate in crisi quando la politica ha pensato che cultura personale e stile di vita fossero sufficienti per gestire la grande azienda dedicata ai cittadini della terza età. Invece non bastava,occorreva una persona che avesse conoscenze nell’ambito del sociale e delle gestioni.

Su segnalazione UDC spuntò il nome di Guido Ermolli, già segretario del sindaco Ossola, poi nei quadri del Comune, infine con esperienze positive nelle ACLI.

Negli anni del suo mandato Guido Ermolli, lavorando in silenzio, con il rigore e l’impegno che da sempre lo contraddistinguono e che hanno avuto in queste ore la “nomination” da Oscar addirittura dall’opposizione di Palazzo Estense, ha risolto molti problemi, ha portato il Molina all’eccellenza, facendone un centro di servizi anche per gli abitanti del quartiere o per i varesini che hanno necessità di un buon ambulatorio. Soprattutto Ermolli ha lavorato d’intesa con il consiglio di amministrazione: hanno formato una bella squadra che ha riportato serenità ed efficienza tra i dipendenti, che ha avuto la piena collaborazione da parte di motivatissimi volontari. Il tutto, in tempi di magna magna che fanno infuriare noi elettori, a costo zero per la comunità, Infatti per tradizione i responsabili della gestione del Molina, presidente e consiglieri, non percepiscono compensi!

Tutti uomini del re, tutte persone che hanno potuto esprimere le loro grandi e diverse capacità grazie al sindaco Fontana che cinque anni fa aveva avuto l’incarico appunto di scegliere la “squadra” del Molina.

Cronista di lungo corso, nulla più mi stupisce quando di mezzo c’è la politica, ma oggi faccio fatica a vedere Attilio Fontana suicidarsi per favorire un alleato nell’occupazione di una poltrona.

Una simile scelta potrebbe gettare una luce diversa su altre situazioni che hanno fatto, sia pure vagamente, ipotizzare apparizioni o presenze quanto meno indiscrete dietro alcune scelte di Palazzo Estense. Dove di tutto è responsabile sempre il sindaco, ma dove a volte ad altri in particolare può far comodo che lo sia, come è accaduto per il parcheggio sotto Villa Augusta la fretta di portare avanti la ricostruzione del Del Ponte in loco, i silenzi del Palazzo sulla sanità. O come oggi quando si pretende di smontare il motore vincente del Molina lasciando la responsabilità totale, prevista sia pure dalla legge, al sindaco. Si tratta di pretese dei compagni di viaggio, presentate come rafforzamento della coalizione che governa la città e invece in questo caso sono accordi che nella loro applicazione implicano possibili rischi per la nostra comunità.

Dopo anni di problemi il Molina ha raggiunto l’attesa efficienza.

Oggi la Varese dei mass media è in grado di garantire rapidi e attendibili sondaggi. È legittimo non credere nei consigli dell’opposizione o non accogliere l’invito dei cronisti all’attenzione. Sarebbe utile, come pura e limitata indicazione, conoscere l’opinione dei cittadini tramite appunto un sondaggio on line, ma se non si vuole coinvolgere la stampa lo può indire il Comune stesso.

Un gesto tra l’altro molto distensivo in tempi in cui tutti sono arrabbiatissimi con il mondo della politica.

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