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Lettera da Roma

CANTARE E INSIEME PREGARE

PAOLO CREMONESI - 08/05/2015

una “madonnella” a Roma

una “madonnella” a Roma

Nel mese che la tradizione cristiana dedica a Maria ho potuto partecipare ad un concerto di Maria Consigli presso la Chiesa dedicata alla Madonna di Pompei alla Magliana.

La Consigli, milanese d’origine ma da anni varesina d’adozione, ha presentato una scelta di laudi e canti tradizionali dedicati alla Madre del Cristo. Sola, senza accompagnamento, la sua voce ricca, potente e appassionata ha spaziato da liriche medioevali come Voi che amate lo Criator” a laude novella, alla tradizione trobadorica francese, sino ad arrivare ai canti di popolo come il Rosario della Madonna del Carmine eseguito nella zona di Grammichele in provincia di Catania.

Per il mondo medioevale e per la tradizione del popolo, la permanenza di Cristo nella storia è un fatto. Gesù è realmente una presenza ed i canti presentati da Maria Consigli sono il risultato di una semplicità che aderisce allo stupore generato da questa “notizia”. Queste melodie rendono partecipi di un Avvenimento che percorre tutta la storia sino ad oggi.

Ne è testimonianza il laudario di Cortona di fine 1200. La lode ed il canto, una semplice e bella frase musicale, di senso compiuto e che si adatta plasticamente al verso, hanno origine in una posizione di stupore per l’annuncio del Dio fatto uomo in Maria. Annuncio che vuole raggiungere tutto il mondo.

Scrive Marco Gozzi nella prefazione a Venite a laudare, laudi mariane e natalizie nella collana di CD Spirto Gentil: “C’è un tempo per cantare insieme ed un tempo per ascoltare, in modo che l’esperienza di preghiera nella bellezza sia piena, varia, partecipata. Non c’è il pericolo di rendere il canto una esibizione fine a se stessa o una distrazione, perché il solista è chi sa dire, meglio di altri, chi sa pregare meglio, chi canta come l’assemblea non sarebbe capace di fare; l’uomo medioevale vive ancora come realtà la potenza unificante dell’ascolto, della comune meraviglia,della comune commozione per una profondità negata alla sola parola”.

È bello nel mese di maggio, che qui a Roma si accende dei mille lumini intorno alle Madonelle, edicole, dipinti, baldacchini( nella capitale a fine 1800 ne sono state censite ben millecinquecento), sapere di poter contare (anzi “cantare”) su questi semplici strumenti in musica e versi. Una frase ripetuta mentalmente durante la giornata, diventa giaculatoria a Maria semplice e concreta.

Dal ciel venne messo novello: è dalla sincerità di questo “venne” che comprendiamo la devozione per la Madonna. Cristo “viene” ora. “È la cosa più razionale che esista” scrive Don Giussani. E aggiunge. “Che questi bellissimi canti diventino la voce del nostro cuore: risveglino la nostra coscienza, acuiscano la domanda di ciò che è già dato, siano l’espressione adorante e filiale della nostra preghiera”. Proprio come è accaduto, grazie al ‘recital’ della Consigli, una tiepida sera di maggio alla Magliana, mentre decine di gabbiani planavano sulla capitale dal mare.

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