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Sport

LA MAGLIA NUMERO 33

ETTORE PAGANI - 28/01/2012

Sulla maglia biancorossa di Pettinari, fresco acquisto del Varese, si legge – in chiara e bella evidenza – un 33.

“Sono gli anni di Cristo”, ha detto proprio lui, il giocatore, definendosi profondamente credente e da poco reduce da Medjugorie. Una chiara, pulita e aperta affermazione priva di quelle reticenze che, in materia di fede, stagnano fin troppo spesso sul fondo dell’indole degli uomini, come se fosse una colpa renderne conto, metterla in mostra, farla conoscere. Un’affermazione serena, ancora, quasi a far soffiare un vento puro e potente su quelle dense nubi che, proprio di recente, sul mondo del calcio si sono profilate. Significa, allora, che c’è del buono anche lì dove angoli brutti e sporchi, di spazzatura si erano addensati. C’è del buono che trova posto non certo, nella scaramanzia e, tanto meno, nel piacere dell’esibizione; viene dal sentimento di chi non esita a manifestare, con tutto l’orgoglio e la convinzione di una fede, il proprio credo.

Non è il primo caso, nello sport in genere e nel calcio in particolare, del verificarsi di certi episodi. Non il primo caso del manifestarsi di segni di fede. E non guasta. Non guasta che si abbia il dono (perché di questo si tratta) di fare conoscere sinceramente una propria idea, anche se talvolta potrebbe sembrare solo collegata a un ripetersi di “gesti” più che di “contenuti”. Anzi nel prenderne atto si ha proprio la sensazione contraria: che, cioè, anche nello sportivo, di qualsiasi settore, il sentimento non venga mai lasciato da parte. E adesso con Pettinari. Con quel 33 dichiaratamente impresso sulla maglia come a tenergli compagnia e che, tutti possano conoscere.

È bello. Significa, appunto, che anche dal calcio, spesso e non a torto definito immorale, possono venire delle profonde e concrete lezioni. Ed è ancor più bello che, nel caso, l’interprete vesta il nostro magico biancorosso.

Verrebbe da dire: gli porterà fortuna. Ma sarebbe un mescolare sacro e profano rispetto a quanto si è detto prima. Diciamo, allora, che il 33 (o Chi per esso… ) gli darà una mano. O, magari chissà, buoni piedi.

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