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Politica

PRIMARIE/5 QUA LA MANO, UNIAMOCI

DANIELE ZANZI - 27/11/2015

zanziLo scorso anno con alcuni amici fondammo il Comitato Civico #Varese2.0 decisi ad opporci al progetto del parcheggio interrato alla Prima Cappella, non ci sfiorava minimamente l’idea di proporci poi come forza in grado di poter amministrare Varese. Abbiamo avuto il sostegno dell’opinione pubblica, dei mass media che hanno condiviso le nostre proposte,a noi si sono aggregati altri comitati civici presenti sul territorio.

 Oggi #Varese2.0 è un comitato libero, indipendente, radicato localmente come forza di critica, di proposta, di ascol­to e di sintesi delle istanze delle cittadine e dei cittadini di Va­rese. Abbiamo sempre gelosamente difeso la nostra autonomia, ab­biamo dimo­strato nei fatti di non essere solo dei contestatori, come strumentalmente ci hanno accusato di es­sere, ma anche una forza in grado di prefigurare alternative concrete e percorribili.

Non mi interessa vincere per so­stituire un ceto politico a un altro, magari meno compro­messo e più ca­pace. Ci interessa cambiare, non vincere per vincere. Vogliamo mutare indirizzo, pratiche e programmi di governo locale, rimediare ai guasti di un quarto di secolo di cattiva ammini­strazione che hanno condotto al declino del nostro terri­torio, valorizzare le risorse migliori della città, lavorare per pochi, chiari obiettivi e tradurre in pratica amministrativa una visione insieme realistica e progettuale della Varese del prossimo futuro. Siamo una forza di cambiamento non etichettabile e priva di appartenenze. Destra e sinistra, in sede locale, hanno perso pressoché ogni significato (ciò non significa che queste distinzioni non abbiano più alcun valore in assoluto).

Il discrimine vero passa per quel che si fa per l’ambiente, per il lavoro, per le imprese, per il PGT, per i trasporti, per l’urbanistica, per la sanità per i soggetti più deboli (i giovani, i ceti più poveri e impoveriti, le coppie comunque configurate, gli anziani, i cittadini stranieri che producono più ric­chezza di quanta non ne ri­cevano), per la qualità della vita e nelle scelte di bilancio. Abbiamo sottoscritto un accordo, con regole presenti e future ben chiare, con il PD per partecipare a primarie di coalizione, strumento di democrazia che senza la nostra presenza non sarebbe mai stato possibile. Le primarie non sono un passaggio semplice. Non sempre viene premiato il candidato migliore. Chi può disporre di un elettorato strutturato gode di una rendita di posizione; se poi è partito con un anticipo di mesi, la rendita raddoppia. Noi abbiamo davanti una sola strada: l’appello diretto ai cittadini, l’impegno di persone libere, generose, estranee alle appartenenze partitiche e alle relative cordate.

Più che i megaprogetti, le dichiarazioni d’intenti, i programmi servono uomini che sappiano lavorare liberi dalle logiche di appartenenze partitiche, affaristiche o sociali. I programmi sono solo tasselli all’interno di una visione di città, quella che proponiamo, la Varese2030 “la città in un giardino”. Attorno a questo progetto si muoverà tutto: l’urbanistica, il PGT, i trasporti, la cultura, lo sport, la green economia, eccetera. Vogliamo dare un destino a Varese. Bisogna però partire dalle piccole cose, dalla manuten­zione, da un’amministrazione effi­ciente al servizio della comunità. Non si possono pensare grandi investi­menti senza un piano globale del territorio discus­so con la cittadinanza e senza aver prima risolto la totale mancanza di manutenzione dell’esisten­te: strade, giardini, parcheggi, decoro urbano. La nostra città ha bisogno di meno voli pindarici, i cui costi graveranno sui nostri figli, meno passe­relle politiche di onorevoli o tesserati di partito, e più impe­gno giornaliero. Occorre lavorare sodo. Abbiamo bisogno un Sindaco solido, concreto: del fare, non del par­lare. Uniamoci e diamoci una mano.

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