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Cara Varese

LA SANITÀ NEGLETTA

PIERFAUSTO VEDANI - 29/01/2016

ospedaleE anche gennaio è andato in soffitta. Il tempo galoppa,la città sembra in surplace: ogni tanto annunci dai palazzi del potere, contengono a volte novità, spesso sono il recupero di notizie relative a iniziative vecchie che meccanismi burocratici rallentano. A volte si riferiscono a progetti lumaca per via del respiro corto delle amministrazioni civiche, diventate bersaglio preferito del governo nazionale. Che si regge solo perché il PD non può perdere la faccia.

La crisi c’è per tutti, anche in Lombardia, anche a Varese dove però si protesta molto di meno, anzi mai, con il governo di Milano, che ha una maggioranza simile a quella di Palazzo Estense.

Varese è una città dove ci sono eccellenze nei più importanti settori, ma c’è l’abitudine di non cooperare a fronte di situazioni che meriterebbero l’attenzione di tutti. In passato ci fu l’invito degli industriali a “ fare sistema” davanti a una serie di problemi che avevano ricadute anche in altri settori di attività. Non ci fu una consolante risposta.

Di un sistema che agisca a favore di un’intera comunità dovrebbe esserne la punta l’istituzione che lo rappresenta. Da noi il Comune non è sembrato mai una locomotiva, nemmeno ai tempi dei governi guidati da Berlusconi.

Fanno invece a volte sistema o si muovono singolarmente con energia le comunità del Varesotto. L’ultima “ribellione” quella del sindaco di Luino quando il clan della sanità regionale ha tentato di ridimensionare l’ospedale della bella cittadina del Verbano. Da noi per la mancanza di posti letto

ammalati varesini vengono dirottati in altre città se rappresentano un caso urgente mentre sono invitati a ripassare se devono sottoporsi a un intervento programmabile per un tempo successivo.

Alcuni medici e dipendenti del “Circolo” pensavano a un’azione a livello parlamentare, a un’interrogazione al ministro della sanità, ma obiettivamente è difficile essere credibili quando una protesta del genere arriva dalla città del governatore della Lombardia e del presidente del consiglio regionale, i popolarissimi Maroni e Cattaneo.

Mancando esempi dall’alto si può anche capire l’atteggiamento della comunità, tanto distaccata dalle vicende politiche da evitare qualsiasi sforzo che vada oltre le lettere di protesta ai mezzi di comunicazione locali. Non ci crederete, ma quando il sindacato riuscì a portare a Varese il team televisivo di Striscia la notizia non furono pochi i cittadini che si lamentarono per le dure critiche rivolte all’ospedale. Brava gente indubbiamente, ma che è convinta che il Circolo sia ancora quello di Trombetta, Morandi e Nidoli. E, purtroppo sembra questa la convinzione di qualche miliziano del Carroccio stando alla lettura delle cronache delle sedute del consiglio comunale.

Siamo fatti così, a volte usiamo i missili contro la cultura, come è accaduto con Filmstudio90, a volte siamo pronti all’applauso prima ancora che la recita si inizi. È anche per questo motivo che sul palcoscenico della politica rivediamo spesso attori che in città più attente da tempo sarebbero in pensione.

Tiremm innanz con una consolazione: la marea leghista ci ha regalato almeno una tranquilla lontananza da scandali finanziari e affini. In questo si è risposto alle attese degli elettori. È molto, ma non basta se guardiamo ai duecento anni di storia della nostra città.

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