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Cara Varese

LA SINISTRA E I CATTOLICI

PIERFAUSTO VEDANI - 19/02/2016

Torre civica e campanile

Torre civica e campanile

Il dato è storico, riguarda l’altissima percentuale di voti ottenuti a Varese dalla DC in una elezione politica prima del suo declino al quale nel Paese corrispose la crescita dell’area laica di governo e di quella di un PCI non più alla catena di Mosca.

Il partitone bianco poi evaporò con la fine della Prima Repubblica e l’esplosione della Lega e della valanga azzurra di Arcore. Oggi anche a Varese l’appartenenza politica ufficiale, cioè con chiaro riferimento a valori e segni cristiani, è ancora modesta, non suscita emozioni o i richiami di un tempo.

Per sopravvivere e rilanciarsi, eredi ed ex di anni da leggenda ecco che percorrono o inventano nuovi itinerari. I nostalgici bosini addirittura si ispirano alla culla politica di vecchi e nuovi cristiani tedeschi: ecco perché abbiamo oggi attivi sul mercato cittadino dei voti i Bavaresi.

Che i caserecci filocrauti si ispirino a democratici autentici va benone. Non c’è nessuna sfumatura negativamente teutonica nei nostri Bavaresi, anzi ricordano una splendida crema e tanta birra buona: sono infatti solo pacifici gattoni a cui piace la pennichella sulle comode poltrone che ancora sanno conquistare con discrezione e felpati passi conventuali.

Ben lontani dunque questi bavaresi anche dagli urlatori di altri partiti, razza dominante in Lombardia; semmai sono un tantino scansafatiche se segnalano come candidati a sindaco giovani digiuni di politica, dotati di buona volontà e inesperienza. Sono dei “primavera”che messi in prima squadra e che di volta in volta verranno indottrinati e pilotati dai loro talent scout, ovviamente in poltrona in solidi bunker.

Cerchiamo anche di capirli questi Bavaresi e i loro intimi compagni d’arme, gli azzurri. La grande area cattolica nazionale oggi infatti non ha più uomini da leadership, è diventata una galassia dai buoni e civili sentimenti, dove compaiono appannati e indecisi anche coloro che hanno incautamente creduto nel profeta di Arcore.

Quest’area se ha problemi di riferimenti credibili, ha però conservato globalmente la consistenza del passato, non si è dissolta, attende una guida forte. È un’area, quella cattolica, che affiora ed è vigile quando le arrivano segnali di pericolo, come gli attuali tentativi di scristianizzare il nostro Paese e l’Europa o di ribaltare consolidati cardini sociali.

È un’area che tra l’altro da noi ha un passato positivo grazie a due sindaci, Ossola e Gibilisco, che l’hanno pilotata bene e fatta crescere durante i migliori anni della storia di Varese, nella seconda metà del secolo scorso.

Oggi – il mio riferimento è sempre al Centrodestra – c’è solo una componente che si è mantenuta compatta nel rapporto con il nostro territorio e la comunità è anche vincente per alcuni obiettivi che persegue con impegno e determinazione esemplari. La famiglia, il sistema educativo infatti sono al centro dell’azione dei ciellini e sicuramente sono obiettivi fondamentali. Sul piano politico è apprezzabile anche la loro distanza da un berlusconismo stantio, vera immagine di arretratezza, qui da noi offerta da una struttura di partito vegliarda quanto il suo leader: anche agli azzurri e ai formigoniani non varesini, non solo alla Lega, dobbiamo un territorio bloccato se non arretrato dopo più di venti anni di governo locale e lombardo. Il declino della città, l’impoverimento del sistema sanitario, il fallimento o il mancato avvio di progetti chiave, sono ascrivibili a tutta la coalizione mal rappresentata da noi e soprattutto maltrattata a Milano. E che pure le opposizioni a volte abbiano accettato supinamente i diktat di Palazzo Lombardia non rappresenta di certo un’attenuante per chi ha malgovernato a Varese o altrove.

Questa somma di negatività trova una indiretta conferma nell’atteggiamento corale del Centrodestra davanti al problema della futura guida della città. Segreterie e partiti responsabili avrebbero da tempo ipotizzato e analizzato la successione di Fontana. Non solo Varese ha problemi, ma tutta l’Italia ed ecco che in tempi così difficili si bussa alle porte di persone certamente stimatissime, ma anche giovani ed inesperte, ma soprattutto ignare dei compiti gravosi che le attendono una volta sedute sulla prima poltrona.

Un sindaco giovane e a zero esperienza politica per più di un anno deve immergersi a tempo pieno solo per studiare e capire un fiume di situazioni e leggi. Personalità notevoli ma digiune hanno deluso in grandi città anche per questo motivo. I sindaci migliori sono quelli che hanno cominciato come consiglieri o al massimo come assessori.

A Varese oggi quanto a candidature sotto questo aspetto sta meglio la sinistra, alle primarie ha presentato gente senza ricorrere all’improvvisazione. A Varese un sindaco di sinistra è possibile che passi solo se ha la fiducia di almeno parte dell’area cattolica. Che ama garanzie, patti chiari in ordine a valori precisi, inequivocabili.

Molti elettori del Centrodestra in questi anni non hanno mollato i loro partiti probabilmente perché le alternative erano ritenute per altri motivi non del tutto rassicuranti. Cambieranno orientamento a maggio? A Varese non c’è solo la religione del lavoro, prima ancora c’ è il rispetto della tradizione cristiana. Ma questa tradizione non autorizza più i rosari di errori, di promesse non mantenute, di pigrizie, di vuoti che nell’arco di parecchi anni sono stati offerti da una classe politica che non si è rinnovata e tenta ancora di imporsi mandando in prima linea giovani disposti a sacrificarsi. Mi ricordano i ragazzi di “All’Ovest niente di nuovo”, anche se i loro istruttori non sono esaltati professori alla Kantorek, ma ex, anche di profilo, che vogliono godersi sino all’ultimo le luci del tramonto.

Quante staffette molto utili alla città ci sarebbero state senza improvvisazioni, ma con una vera scuola di civica amministrazione. Una scuola estesa a tutti coloro che siederanno per i prossimi cinque anni a Palazzo Estense. Come istituirla? Ci sono prestigiosi ex che sanno molto di leggi e regolamenti comunali, inoltre avvocati e docenti universitari maestri di diritto amministrativo, di bilanci e di economia, e pure tanti ex in altri ruoli minori ma fondamentali. Tutta gente di serie A che potrebbe rendere un grande servizio agli “esordienti” e alla comunità se accettassero di diventare istruttori. È facile varare questo tipo di formazione professionale: basta riservare ai prossimi eletti una sessione di Varese Corsi. Una sessione aperta anche alla stampa, pure noi scribi abbiamo bisogno di saperne di più.

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