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Cara Varese

REGOLE D’INSIEME

PIERFAUSTO VEDANI - 14/07/2016

La nuova giunta è insediata, il sindaco dovrà completare l’assegnazione di altri incarichi, meno importanti ma indispensabili per il corretto funzionamento della complessa macchina comunale. Incarichi per i quali ha annunciato aperture all’opposizione.

Una apertura che ha i suoi rischi se consideriamo il bilancio complessivo dei 23 anni di pieno dominio leghista a Palazzo Estense.

Se però stiamo alle cronache dell’insediamento della giunta forse il rischio Lega non verrà corso perché, con Maroni in aula a fare il capopattuglia con spirito sessantottino, al momento culminante della cerimonia i leghisti non si sono alzati per salutare, come vogliono tradizione e magari pure buona educazione, la nuova squadra di governo.

Ci fosse stato un seguace della lunga era della crociata bosina, non mi sarei meravigliato, invece mi ha colpito l’atteggiamento di Roberto Maroni, oggi guida della Lombardia e come tale più volte ingiustamente attaccato e criticato. Maroni, Massimo Ferrario, ex presidente della Provincia, lo stesso Bossi sono stati i soli leghisti che hanno dato molto di concreto alla città: con il raccordo autostradale il primo, con l’Università gli altri due.

Le istituzioni, come espressione della volontà popolare, penso vadano rispettate: sarebbe utile per la nostra comunità che alle varie forme di rispetto ricorrenti in una convivenza civile e democratica, sempre si desse spazio al rispetto assoluto.

Galimberti ha più volte annunciato di voler coinvolgere l’opposizione, la Lega gli ha già sbattuto la porta in faccia dimenticandosi di tutto quanto non ha fatto nei lunghi anni dell’anestesia totale che ha somministrato alla sua città simbolo.

Un Maroni alla Salvini era del tutto inatteso, forse il diversivo rivoluzionario dei coinvolgimenti annunciati dal sindaco gli è servito per tenere lontane le tante richieste di Varese per esempio sulla riforma sanitaria che alla gente non è stata spiegata ancora bene.

Chissà, comunque quanto a trasparenze e rispetto si sta bene anche a sinistra: gli elettori aspettano ancora spiegazioni per l’accantonamento di Luisa Oprandi, la più votata in città. Nei partiti ancora oggi, tempo di gravi crisi, non si è capito che a comandare saranno sempre più gli elettori, in questi ultimi anni in Italia turlupinati più volte e molto arrabbiati.

I partiti che più si apriranno al dialogo, alla trasparenza, alla vera democrazia sicuramente vinceranno la battaglia di libertà che le fasce più consapevoli della società stanno portando avanti con coraggio. Noi giornalisti ci battiamo per il diritto all’informazione che non solo è nostro ma di tutta la comunità.

Il caso Molina per esempio si è rivelato doloroso per il presidente che sicuramente ha agito nell’ambito della legge, ma per primo dovrebbe chiedere al sindaco, al Consiglio comunale, la riscrittura di uno statuto che nell’era della comunicazione globale appare fortemente datato, perché esige volontariato, ma poi permette operazioni finanziarie che se avviate su canali innovativi possono provocare critiche in termini di opportunità per scelte previste in base a regole antiche.

Credo di essere il nonno dei cronisti giudiziari varesini che ho visto crescere nel segno della più alta professionalità che esige il rispetto di tutti e che deve accompagnare la ricerca della verità nell’interesse di un bene comune che si chiama libertà.

La Fondazione Molina ha nobili scopi che persegue da più di 140 anni, è un grande patrimonio non solo morale di Varese. Noi cronisti siamo dalla parte della città e anche del presidente del Molina se è d’accordo che il suo operato possa essere reso noto almeno in sede di bilancio. Lo statuto prevede che unico referente del presidente sia il sindaco, che rappresenta la città. È sufficiente che il sindaco a sua volta informi il consiglio comunale. Questa è la trasparenza che chiediamo: è perfettamente in linea con la volontà di chi volle la Fondazione. Notizie ancora più precise sulla tradizionale eccellente gestione del Molina non sono altro che un maggiore stimolo alle donazioni.

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