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Sport

PASSIONE E RINUNZIE

ETTORE PAGANI - 24/02/2012

Un colpo di vento che viene dai “Monti”, sibilando e gelido, spazza dal cielo dell’Urbe cinque cerchi olimpici che coronano un sole quasi primaverile che scioglie d’un botto, tutto quello che Sindaco e Protezione civile, tra un incalzare di polemiche, non erano riusciti a sciogliere liberando la città dall’ “enorme” coltre di neve che l’aveva resa improvvisamente pallida con tanti saluti a quanti avrebbero preferito vederla – per una ragione o per l’altra – arrossire.

Le Olimpiadi 2020 per volere governativo – Presidente Monti ovviamente docente – a Roma non troveranno posto stante l’annullamento della candidatura della capitale. Spariscono, dunque, i cinque cerchi dal cielo romano e il Sindaco s’infuria un’altra volta. Ora in buona compagnia: quella di Petrucci e …dintorni. Si parla di occasione perduta e chi più ne ha più ne metta.

Spiace, spiace a tutti la rinuncia ma, ovviamente, a soffrirne in maggior misura, certamente, è il popolo sportivo che più che di “occasione” (termine che, in sé, ha sempre qualcosa di commerciale) mancata penserà alle “passioni” mancate, impossibilitate a sfogarsi sul suolo amico, in casa nostra insomma.

Spiace e spiace tanto. Ma non può neanche dirsi che quel vento di cui si diceva proveniente dai “Monti”, a spazzare sogni, speranze e sensazioni gioiose, non possa trovare una, sia pur pesante, antipatica finché si vuole, ma necessitata, giustificazione. Non si può ipotizzare, insomma, che questo Governo dopo essersi aggiudicato l’Oscar di una manovra “spella esseri umani” non venga sottoposto ad attacchi feroci ove si dichiarasse disponibile ad appoggiare una situazione sicuramente magnifica sotto il profilo dell’orgoglio ma altrettanto (anzi maggiormente) pesante sotto quello delle enormi spese.

L’organizzazione di un’Olimpiade costituirà, certamente, un vanto per una nazione ma ancor più sicuramente rappresenta un enorme onere finanziario per un governo che, di giorno in giorno, sente attorno a se un assordante vociare al cui centro sta la crisi, parola che non può certo trascurare tenendo oltre tutto presente i costi di organizzazione.

Un rischio pressoché impossibile da affrontare tanto più da chi “a spellare” è stato maestro ma, almeno sino ad ora, a garantire crescite non s’è proprio distinto. E figuriamoci se lo sfavillio dei cinque cerchi in cielo si concludesse con luci smorzate capaci di lasciare ampie zone d’ombra quali fulmini e tempeste succederebbero allo sfavillio.

E anche tuoni.

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