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Cara Varese

ORGOGLIO BOSINO

PIERFAUSTO VEDANI - 01/12/2017

La palazzina che ospita la collezione Castiglioni a Villa Toeplitz

La palazzina che ospita la collezione Castiglioni a Villa Toeplitz

La visita ai vecchi zii è un rito autunnale che viene praticato dalla banda di nipoti dell’Appennino reggiano, terra natale di mia moglie e della mia strepitosa nonna materna Maria, che a 55 anni dalla sua morte, vive ancora nel cuore di tutti i nostri clan familiari e spesso viene citata e anche raccontata al battaglione di pronipoti e al parentado acquisito.

Dall’Appennino non arrivano montanari di un tempo, ma giovani che si sono già affermati nella vita e sono a loro agio in questo mondo dove si vive di corsa anche grazie alla laurea e a una cultura tecnologica che mi fa invidiare tutti i giovani.

I capoluoghi dell’Emilia Romagna, tutti, nessuno escluso, per l’Italia sono poderosi riferimenti artistici, culturali, storici, sociali. Noi a Varese abbiamo molto, ma non possiamo competere anche se non abbiamo mai sofferto di marginalità già prima di diventare capoluogo di provincia. Si può dire anzi che la collocazione periferica del nostro territorio, grazie alla natura stupenda nella quale è immerso, è stata ed è fortemente attrattiva: ha così favorito felici connubi tra ambiente e attività produttive e non ha intaccato o condizionato stagioni e opere culturali da affidare alla storia.

Alla nostra cara Varese noi oggi si dedica volentieri critiche, ma poi anche i dati del turismo spesso ci smentiscono e chi viene da luoghi che hanno grande storia, anche contemporanea, industriale e agricola, ci invidia natura, dimensione e ritmi di vita ben lontani dalle nevrosi di altri siti lombardi O nazionali. Mi ha colpito vedere i miei nipoti tuffarsi nel verde dei parchi o nella quiete- l’hanno chiamata così- di un centro storico ancora più accattivante perché di colpo si lascia alle spalle le direttrici del traffico di attraversamento della città. E il silenzio e i negozi diventano particolarmente distensivi e attraenti.

Graditissimo è stato poi l’impatto con i luoghi amati dai tanti varesini che credono nei valori della cultura, nei tesori assurti a patrimonio dell’umanità.

Francesco alcuni anni or sono si è laureato all’Università di Bologna con una tesi sul lago di Varese, gli ho riferito dei nuovi problemi, è rimasto deluso perché credeva che tutto fosse ormai a posto. Al suo arrivo gli ho segnalato la chicca delle nuove specie di animali e insetti che hanno messo piede in Europa e che erano in mostra al civico museo. Il raid della visita è scattato ma si è subito concluso: tutto interessante ma quantitativamente molto scarso, insomma gli alieni del mondo animale per qualche generazione non ci turberanno.

La visita estesa a tutto il museo ha invece soddisfatto pienamente: molto è cambiato in questi anni e decisamente in meglio offrendo testimonianze del lunghissimo viaggio nel tempo fatto dalle nostre comunità.

I nipoti hanno messo piede per la prima volta anche nel museo che Alfredo e Angelo Castiglioni hanno allestito a Villa Toeplitz e che racconta molto di una parte dell’Africa, molto amata dagli italiani, illustrata e documentata alla perfezione dai due fratelli dopo innumerevoli esplorazioni. I mondi dei deserti, delle tribù nomadi, di Egitto antico e Sudan, sono a portata di mano e costituiscono una operazione culturale perfetta. Non è un caso che il museo sia meta per le scolaresche, ma va sottolineato che rappresenta una vera opportunità anche per il grande popolo dei giramondo della città e della provincia.

Non solo, con l’assessorato alla cultura che abbiamo, molto attento alla condivisione dei patrimoni culturali, si potrebbero rafforzare con adeguate iniziative incontri e conoscenza tra musei e cittadini.

A Villa Toeplitz c’è una macchina perfetta anche nell’organizzazione, affidata a Marco Castiglioni, figlio di Angelo e nipote del carissimo Alfredo che ci ha lasciati improvvisamente e che ricordiamo con grande affetto.

E dietro la macchina organizzativa c’è anche un apparato scientifico, composto di veri esperti che sono garanzia assoluta in termini di qualità per l’istituzione che davvero merita di uscire dal guscio varesino e affacciarsi alla ribalta nazionale grazie reperti museali d’eccezione, alla possibilità di ampliare la disponibilità del materiale da esporre (oggi è limitata a un terzo di quello immagazzinato). Insomma a costo zero Varese può essere un riferimento nazionale per diverse tematiche e disponibilità di reperti.

A Volandia si testimonia la storia del volo che ha avuto grandissimi contributi dal nostro territorio. E anche preziosi reperti collezionati da un grande studioso dei trasporti come Francesco Ogliari.

Il tutto per sottolineare che grazie ai fratelli Castiglioni non solo Torino può essere riferimento di grandi storie delle civiltà d’Africa.

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