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Qui Haiti

BARCA DELL’AMICIZIA

JANUSZ GAWRONSKI - 27/04/2018

barcaCome spesso accade al villaggio, anche in barca mi accorgo di trovarmi in prossimità di svariate persone, delle tredici a bordo, con le quali è successo di condividere situazioni significative. Herby, giovane brillante elettronico della nostra comunità, che ha un solo chiodo fisso nella vita: “Ha senso che io stia qui se posso aiutare”. Evena, con la quale ho avuto il privilegio di subire quella rapina un po’ violenta a Port-au-Prince. Cowboy, adorabile carattere di Port de Bonheur, gola profonda dello scandalo P., in attesa di deflagrazione fra undici giorni esatti.

Mardi, il mio braccio destro, l’uomo che ha saputo sfidare i politici del villaggio, determinati a impedire ogni nostra realizzazione, salvo che transitasse per le loro tasche. Elira, gigante figlio del tuono, Bud Spencer senza paura, in una comunità di impauriti, sempre a disposizione per menare le mani per una buona causa. Fanel e David, marinai dal cuore grande. Infine Astree, figlio di Luc, agente immobiliare a Port-au-Prince, che ci ha ceduto l’uso del pozzo di famiglia, ieri con noi per cercare di far ragionare la pompa.

Il flyboat riprende a correre. Riparo il cellulare dagli schizzi che ricominciano. Le relazioni usa e getta sono lontane, dolorose. Fanno un bel numero, qui, tutte queste persone: una maggioranza amata, in una piccola barca veloce, a cinquanta chilometri da Haiti.

Janusz Gawronski, dall’isola della Gonave, Haiti

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