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Il Viaggio

MISERIA

JANUSZ GAWRONSKI - 30/11/2018

etiopiaDiario dall’Etiopia.
Toccano terra rudemente i carrelli di questo Boeing Ethiopian. È riempito di progetti umani raccontati da nuche, crani, che osservo di spalle, fiduciosi, protesi, ordinati, pettinati. Stefania dorme ancora, reclinata sull’oblò, la pista in decelerazione.
-Come hai scelto l’Etiopia, Janusz?
-Nessun motivo specifico.
-…
-Intuizione.
-…
-Sai, come quando fai girare il mappamondo.
-E metti il dito a caso.
-Più o meno.
-…
-Comunque, dell’Etiopia si parla da sempre, come luogo di estrema miseria. Quella, cercavo.
Stefania domanda. Perché cercare la miseria. Non esiste miseria, in Italia? Non ha torto. Il contatto con la miseria è una mia specifica esigenza, come lo è il campo per il bracciante.
Si nasce rigidi, tassativi, si passa la vita a destrutturare. Si nasce, qualche volta, come certi pretini, i quali, usciti dai seminari, hanno ben chiara la lista di buoni, cattivi, liturgie, trucchi sociali. Poi la vita, inviata da dio, si incarica di smentire, distruggere, insegnare, mettere messaggeri, insegnanti, sul cammino, come la vedova di Sarepta, per Elia.
-È anche conseguenza di quello che è successo negli ultimi anni, Stefi.
-Che è successo?
-Una sequenza sempre più netta di esperienze mistiche. Mai spiegabili a parole, eppur perfettamente chiare.
-…
-Percepisco. Intuisco. Ci dormo su qualche giorno o settimana. Finché alla fine, se il pensiero rimane, seguo.
Seguire intuizioni, casualità non casuali, indizi, sussurri, possibilmente di dio. Non lo facevamo, da bambini? Essere colpiti da un’idea, che ti cresce dentro, fino a immaginare tesori, sapere con intima certezza della loro esistenza, girarci attorno, inseguirli, stanarli, con la mente? Non siamo cresciuti, così? Sapendo, con interna chiarezza, che c’è dell’altro, non è tutto chiuso, limitato, alla semplice prima apparenza?
-Funziona? Non è dispersivo?
-Può essere dispersivo, sì.
-…
-Implica una quasi totale disponibilità a cambiare opinione, direzione. Più e più volte.
-Qual è il tuo focus? Già: qual è il focus? Cosa è più importante? Cosa viene prima?
-Il Signore, le persone, Stefania. La mia vita oramai ha assunto questa struttura ben precisa: di seguire lui, accogliere persone.
-Quindi non Haiti, altri posti geografici.
-Haiti è un luogo di persone.
-Persone. Qualunque?
-Persone, che smettono di essere qualunque, nell’istante di entrare nel mio campo di attenzione, quindi in relazione.
-Inevitabilmente ti sceglierai le più simpatiche.
-Al contrario. Ti abitui ad andare proprio verso quelle meno simpatiche. Almeno un po’.
-… le più amiche?
-Neanche. Persone amiche, nemiche. Quello che la vita serve sul piatto.
-…
-Sai che farai maggior fatica. Molto spesso è fatica premiata.

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