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Cara Varese

CENSIMENTI LEGHISTI

PIERFAUSTO VEDANI - 22/06/2018

La sede della Regione Lombardia a Varese

La sede della Regione Lombardia a Varese

Epoche della grande storia di un paese, a volte e dopo secoli, le si ritrova ricordate in poche righe nei saggi di affermati studiosi. Non so dire allora quale trattamento sarà riservato agli anni della Seconda e Terza Repubblica italiane, in particolare al periodo in cui prevalsero politicamente i due Mattei, ovvero un ex sindaco di Firenze e un ras della Regione Lombardia.

Dipendesse da me, logoro cronista di terre confinanti con il meridionale svizzero Cantone del Ticino, non mi risparmierei accenni alla passione dei due leader per annunci di iniziative e qualche successo, quasi sempre confortati da statistiche, sondaggi e percentuali.

 Il Matteo di Firenze nonostante egli abbia liquefatto il suo partito, erede in Italia di una grande storia, deve avere convinto il Matteo di Lombardia, erede sul ponte di comando della Lega di Bossi e Maroni: Salvini si è pure lui buttato a pesce sulla aritmetica applicata alla politica.

Davvero “convincenti” i dati sui risultati ottenuti dai buonisti delle migrazioni se i lumbard sono approdati al governo e hanno convinto big europei che occorrono più attenzione e rispetto per l’Italia.

Se dunque il Matteo di casa nostra va a segno con numeri indiscutibili sulle carognate fatte al nostro Paese dagli “amici” d’Europa, penso sia il caso di adottare lo stesso metodo per agevolare il compito dell’ attuale governo nazionale, definito del cambiamento, della svolta, della rotta verso l’approdo dell’onestà politica, insomma della fine della corruzione e dei privilegi che angosciano e indignano gli italiani.

Un censimento, una statistica non impegnativi in termini di ricerca per esempio sarebbero utili per ricordare deputati e senatori eletti per schivare noie – chiamiamole così – giudiziarie dovute a loro comportamenti non commendevoli.

E sarebbero importanti per noi varesini i dati dell’interessamento reale, efficace, per i problemi del nostro territorio da parte degli eletti in Lombardia, che certamente si sono espressi al meglio delle loro possibilità tacendo per anni sul lager – definito riforma!!!! – organizzato per dimagrire tutto l’apparato della sanità pubblica.

Un silenzio, una viltà politica che hanno visto complici ideologi ed esecutori degli ordini: tradito un intero popolo che nutriva in tutti loro grande fiducia.

Bastava ricordare, sottolineare che tutto era stato organizzato a Roma per risparmiare soldi: meno spese per la sanità, la salute la si può curare per legge, basta un decreto, un decretino finanziario per svuotare ospedali, per gambizzare le Università.

E chi non vorrebbe avere i risultati dei decretinissimi “svuota carceri”? Un rito che risale nel tempo e accantona problemi seri scaricandoli in grane parte sulla società. Sbaglierò forse, ma ci sono molti avvocati che frequentano la politica, una star che affascina pure i magistrati.

Portando nel nostro ambito territoriale la questione carceraria dobbiamo parlare di un’altra toppata leghista prima dell’avvento come sindaco di Attilio Fontana. Impegno ufficiale, Varese deve avere un carcere nuovo: i Miogni sono un tormento anche per chi ci lavora, l’impegno dei volontari non può andare ancora più in là. Sembrava :che tutto procedesse per il meglio con il nuovo progetto quando scoppiò la grana della localizzazione della struttura, pensata in un’area verde al confine con un altro comune. Gli ecologisti delle galere non mollarono l’osso, il carcere è ancora in via Morandi.

Nella nostra zona l’aria è in buona parte accettabile per tutti. Angelo Zappoli consigliere comunale progressista invano ricordò che il carcere doveva essere accogliente, tranquillo, un vero centro di recupero, non necessariamente con vista lago o Sacro Monte.

A quei tempi a Roma contavamo poco o nulla, ma si rimase a zero anche con i governi di centrodestra.

Matteo II se lo ricordi e faccia fare ai suoi pigroni di Palazzo Lombardia una ricerca su quanto Varese abbia avuto da Milano negli anni ruggenti della Lega.

I varesini se lo sono ricordato e hanno votato di conseguenza. Si sono accorti che oggi nessun diritto è loro negato. E nessuno viene più a raccontate loro storielle o a fare promesse che resteranno tali.

Matteo Salvini è ministro delI’interno, cioè uno degli uomini più potenti d’Italia. Se desse un’occhiata al problema del carcere dimenticato da tutti i politici di casa nostra….

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