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Sport

RAGAZZE SUL PODIO

ETTORE PAGANI - 20/12/2019

nuotoCinque a uno. Gli ultimi e più recenti risultati a favore delle femmine. Nel caso si parla di nuoto e bisogna dire che le fanciulle continuano a dare lezioni ai maschietti.

Stavolta siamo a Glasgow e a parte la super vittoria quel che conta in campo femminile è la rinascita più che veloce di una specialità che dopo la Pellegrini sembrava di difficile coltivazione.

È questo il punto importante quello di un’autentica nascita di materiale nuovo in pochissimo tempo. È letteralmente fiorito con qualità immensa e maturata da ottime cure.

Nel caso di specie a Glasgow le cinque medaglie d’oro femminili non devono accantonare il valore residuo di un medagliere da fuori classe ma su tutto rimane l’impronta di una rinascita.

Dunque – si diceva – anche stavolta il nuoto in rosa come il calcio, la pallavolo (addirittura con quel Conegliano mondiale per la verità in questo caso imitate dai maschi) e poi lo sci e i successi dei paraolimpici.

Fin qui i fatti nostri quelli di Glasgow dove l’Italia ha conquistato complessivamente un secondo posto nel medagliere dietro la Russia il cui risultato figurerà ancora nelle sue glorie prima dello stop (4 anni) che dovrà mettersi al collo al posto delle medaglie all’inizio della stratosferica ma necessaria punizione inflitta per il sistematico uso di doping da parte degli atleti russi un po’ in tutte le presenze sportive.

Stratosferica – si diceva – punizione contro la quale a Mosca qualcuno ha subito sia recriminato imputandola alla solita storia dell’accusa infondata contro il valore dello sport russo.

Ora se un commento si può fare sull’operato della federazione antidoping può qualcosa di una tardività di essere trovato solo in tardività di intervento cui ora ha fatto seguito una rimozione severissima ma necessaria senza poter obiettare alcunché.

In effetti non è la prima volta che vengono toccati atleti russi ma ritenuti dopati i singoli sempre favoriti da più o meno scuse mentre ora si colpisce, giustamente, la nazione e, soprattutto, i laboratori di controllo russi che anziché colpire i responsabili hanno modificato letteralmente i risultati negando i fatti. Uno scandalo a carico cioè di chi doveva giudicare.

Uno scandalo ancora sottolineato anche dal presidente della Federazione antidoping russa letteralmente dichiaratosi contro tutte le reticenze e riserve invece di adottare la necessità di colpire i responsabili.

Insomma la punizione pur nell’ambito della sua gravità merita solo elogi.

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