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Politica

FORZA MORALE

EDOARDO ZIN - 13/01/2023

europa“Oggi esiste un falso moralismo le cui parole-chiave sono: giustizia, pace, conservazione del creato, parole che richiamano dei valori [,,,] che scivolano nella sfera politico-partitica.[…] La forza morale non è cresciuta assieme allo sviluppo della scienza.” – queste parole furono pronunciate il 1° aprile 2005 a Subiaco, la terra di san Benedetto. Diciotto giorni più tardi, il card. Ratzinger sarebbe stato eletto papa col nome di Benedetto XVI.

Il nuovo Papa aveva molto a cuore le sorti dell’Europa che vedeva in rotta di collisione con la propria storia, tendente al relativismo, vittima di culture che tuttora si contrappongono. Il predecessore di Benedetto XVI aveva chiesto che nel Trattato per la Costituzione Europea venissero esplicitamente citati Dio e le radici giudaico-cristiane dell’Europa. Ne nacque una zuffa tutta politica e la convenzione impiegò inutilmente tempo e risorse per giungere al solito compromesso. La Costituzione Europea non venne ratificata da due paesi, la Francia e i Paesi Bassi, dopo che due referendum popolari l’avevano bocciata. Personalmente, non ero favorevole che la dicitura richiesta fosse inserita nel Trattato. Per un semplice motivo: i valori spirituali, che sono alla base della cultura europea (il rispetto della dignità della persona e dei suoi diritti inalienabili, la democrazia con i suoi corollari di libertà e di giustizia, il senso del limite del reale) sono tutti di natura essenzialmente evangelica e non sono per nulla incompatibili con la grande cultura illuministica.

Forse papa Ratzinger riteneva che l’Europa potesse e dovesse avere una funzione di civilizzazione in un tempo in cui la cristianità era scomparsa con la dissoluzione di tante incrostazioni storiche che nulla avevano a vedere con il Vangelo e con la crisi della post-modernità che ha soggiogato la storia europea in modo deprecabile e distruttivo, incapace di percepire il Trascendente.

L’unificazione europea, se ha assicurato la pace ai nostri popoli attraverso la realizzazione di un mercato unico, non ha purtroppo realizzato una pace sociale attraverso l’inclusione e il benessere sociale. Benedetto XVI invitava gli europei a conservare la forza del Vangelo per unire spiritualmente l’Europa.

Venne, “da un lontano paese”, papa Francesco e il suo sguardo si allargò oltre i confini dell’Europa. Egli ci ricorda che l’Europa non è solo un’istituzione, ma è costituita da persone, da cittadini e non da voti, da migranti e non da quote, da lavoratori e non da indicatori economici, da poveri e non da soglie di povertà. Tale insegnamento deriva dal Vangelo. La forza morale di cui ha bisogno l’Europa è una forza che supera la morale dei singoli ma anche quella pubblica: l’economia e la finanza hanno soffocato i valori dei singoli e hanno il primato sulla politica, screditata anche dai populismi.

La visione cristiana dell’Europa di Francesco, che risponde alla logica dell’Incarnazione, si inserisce in quella di Benedetto XVI, onorandola di un’attenzione particolare per combattere le disuguaglianze che possono divenire una grave minaccia per la democrazia e per promuovere un’ecologia integrale perché, assieme al grido del povero, non si dimentichi quello della terra.

Dopo la pandemia sarebbe potuta sorgere una nuova economia che deve dimostrare una maggiore solidarietà dell’Europea, che è una comunità di valori con un destino comune, in cui ogni paese lavora per gli altri in un mondo turbolento e globale. Basterebbe attingere all’insegnamento di Benedetto XVI e di Francesco per rinnovarle questa forza morale.

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