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Politica

VINTO UNO, PERSO TUTTI

EDOARDO ZIN - 17/02/2023

affluenzaChi ha vinto? Chi ha perso? Il risultato regionale è chiaro. Ha vinto il blocco di centro-destra che ha ottenuto la maggioranza dei voti. Ma ha perso la democrazia non perché ci siano stati brogli, ma perché è fortemente crollata l’affluenza alle urne, dimezzata rispetto al 2018: il 41,6%. Ciò significa che hanno votato poco più di 4 lombardi su 10. È un segnale di protesta o piuttosto un segno positivo di crescente maturità politica? Potrebbe sembrare che il messaggio degli elettori che non si sono presentati alle urne potrebbe essere quello di vantarsi di essere troppo evoluti politicamente per votare candidati e programmi logori e ritriti.

Quando offese e torti, e non ragioni e fatti, vengono illustrati durante la campagna elettorale, quando gli ideali mancano e vengono sostituiti con le ideologie, quando le persone vengono viste solo come elettori, io sento che qualche cosa manca alla democrazia. La non partecipazione al voto è indifferenza verso l’uomo perché ogni cosa dell’uomo è mia, ogni battaglia per l’uomo è mia. Sento che essere uomo di parte mi rattrista proprio in questo momento in cui c’è attesa di uomini che siano al di là della parte. Anch’io ho votato “contro” – ed è smisurata la mia sofferenza! – proprio quando la richiesta di unità è diventata pressante urgente di vita. Quando un popolo non partecipa al voto, si spegne il desiderio di partecipazione ed è il fine a cui mira chi ha il potere: dal capolista del blocco vincente non abbiamo colto durante la campagna elettorale una sola parola, un’idea, un progetto!

Ha perso la politica intesa come elemento fondamentale dell’identità di un popolo, che dialoga, che si confronta, che presenta progetti, che, pur identificandosi con un partito, cerca nei partiti alleati non solo voti, ma coesione nelle idee. Ha perso la politica che guarda a sé stessa e non ha saputo cercare forme nuove di ascolto, condivisione e partecipazione. Sono smarriti quei partiti che erano alla ricerca solo di numeri, di voti, di preferenze, attenti a non farsi superare in consensi dagli altri che chiamano “amici”. Non hanno conseguito discreti risultati quei partiti che vogliono prendersi cura degli altri, anche se ciò è difficile, complesso. Il maggior partito di minoranza è in forte crisi d’identità e non basterà certo un congresso per creare una cultura politica che sia veramente di sinistra. Eppure un pregio ha avuto questa competizione elettorale: aver fatto dissolvere i partiti “personalistici”. Il popolo sovrano è stato tristemente indifferente alle straordinarie proposte politiche di chi voleva, un tempo, rottamare la vecchia politica. Queste elezioni hanno avuto anche il pregio di aver fortemente ridotto i consensi del partito che con slogan e frasi fatte intendeva rivoltare il parlamento come un calzino e di aver contribuito, invece, a creare un vuoto populismo che ora si vede quanto vale.

Che fare per educare alla partecipazione democratica? Bisognerà passare da un debito elettorale ad un’elevazione culturale: occorre combattere l’ignoranza e il fanatismo, collegare la vita reale a quella virtuale, la sola che può aiutare a capire la differenza tra la politica contaminata e quella che invita a lavorare per il bene di tutti e a denunciare il male. Quando una certa politica si ciba della contrapposizione tra salute e industria si mina la possibilità di sviluppo e di lavoro, oltre che logorare la reputazione della regione. Quando le case di cura diventano luoghi d’interesse economico e non di salvaguardia della salute dei cittadini si accentua la distanza tra ricchi e poveri. Quando i trasporti pubblici funzioneranno al servizio degli utenti e non solo per rimpinguare le ditte dei trasporti, saremo i primi a lodare un servizio pubblico all’altezza delle aspettative dei cittadini. Quando il concetto di sicurezza viene messo in contrapposizione al salvataggio di vite umane allora si genera l’eclissi della ragione e i sonni della civiltà.

Vediamo tanta confusione, ma ci piace pensare che la matassa ingarbugliata possa essere sbrogliata da tutti insieme con serietà coraggiosa, confermando il grande desiderio di giustizia e di convivenza civile.

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