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Sport

MENEGHIN, C’ERA UN VOLTA IL BASKET

ETTORE PAGANI - 20/11/2011

 

Nel corso della serata di presentazione del bel libro di Flavio Vanetti “Passi da gigante” – sostanzialmente una biografia di Dino Meneghin – campionissimo riconosciuto del basket italiano e non solo – quest’ultimo, illustrando con simpaticissimo intervento alcuni passaggi del volume che – giustamente per evitare di riproporre situazioni arcinote – si base più che altro su episodi curiosi e divertenti che avevano visto interprete il Dino nazionale – ha tenuto, particolarmente, a sottolineare come il clima del basket attuale abbia subito una sostanziale modifica rispetto a quello dei tempi andati.

Diceva, dunque, Meneghin che, al di là dell’aspetto tecnico del basket nelle sue varianti certamente consistenti rispetto al passato, la pallacanestro non respira più quell’aria di intima amicizia tra protagonisti in campo e fuori che era tipica del passato. Era questa, ha precisato Dino, che dava luogo a tutta una serenità di rapporti, quasi una fratellanza da cui scaturivano poi le varianti divertenti illustrate nel libro. Solidarietà e amicizia grande in campo e fuori con deviazioni su situazioni scherzose che proprio il rapporto d’affetto poteva consentire e che avevano, poi, il loro peso anche nel rendimento in campo.

La puntualizzazione di Meneghin non ha voluto significare che oggi il basket sia fatto di diffidenza  reciproca, musi lunghi e di guardarsi in cagnesco. Questo non può certo essere sostenuto. Ma che non esista più quel rapporto amichevole tra compagni di squadra e anche tra giocatori di diverse squadre è – secondo Meneghin – un dato di fatto chiaramente concreto. Che, purtroppo, si riflette anche sullo spirito e, quindi, sul rendimento della formazione nazionale.

Il che è indubbio e chiaramente accertato.

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