Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Sport

CONTRO IL RAZZISMO: CHIUDERE GLI STADI

ETTORE PAGANI - 18/01/2013

Il Sindaco Farioli – prendendo, come d’obbligo e come giusto, le difese della città di Busto Arsizio e della sua società di calcio contro le accuse razziste dopo il noto incidente durante l’amichevole tra Pro Patria e Milan – ha circoscritto a pochi imbecilli la responsabilità del fatto criticando, peraltro, il ritiro dal campo, per protesta, dei rossoneri quale gesto di ritorsione a difesa del collega fatto oggetto di cori razzisti.

I milanisti, hanno, in un secondo momento, largamente proclamato che ogni qualvolta dovesse verificarsi, malauguratamente, analogo episodio la squadra rossonera durante una qualsiasi competizione avrebbe seguito identico comportamento.

La dirigenza del Milan si è, però, totalmente dimenticata (se non andiamo errati) di puntualizzare quale comportamento avrebbe adottato la squadra ove insulti razzisti fossero venuti dai propri tifosi a danno di qualche, più o meno colorato, giocatore di una squadra avversaria. Anche qui ritiro dal campo o indulgenza plenaria? Oppure, ancora, a seconda del risultato al momento del gesto infamante, l’una o l’altra delle due soluzioni?

Resta il fatto scontato che, insieme al grido di dolore che si leva da tutte le parti d’Italia (meglio, in adeguamento ai tempi, da tutti i campi d’Italia) la condanna del fatto riduce all’ormai sistematica definizione di “gruppo di imbecilli” gli autori. Questi, imbecilli fin che si vuole, peraltro, ripetendo il gesto in altro luogo persino il giorno dopo, dimostrano di avere saldamente tale dote in menti bacate e, ancor più, dimostrano di non subire la minima onta dalla loro classificazione anzi di farsene un vanto e di avere tutte … le buone intenzioni di proseguire sulla loro strada.

Al grido di dolore si unisce perentorio quello degli organi federali sì che gli squilli s’odono da una parte e dall’altra ma il calpestio dei campi di gioco continua a rimbombare.

Il tutto ridotto ad un prosaico “chi vusa pusèe la vaca l’è sua” che nella sostanza a nulla approda lasciando l’animale in piena libertà con assoluta facoltà di continuare a pascolare a piacimento.

Inutile precisare che l’unico espediente, arrivati a questo punto, sarebbe la chiusura degli stadi: ancor più inutile affermare che gli interessi del calcio (compresi quelli rossoneri) non lo consentirebbero mai.

E allora lasciamo che la vergogna continui.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login