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Cara Varese

SCRITTORI, UNITEVI

PIERFAUSTO VEDANI - 15/11/2013

Novembre e dicembre sono i mesi preferiti da molti autori per presentare le loro opere. Non è che uno scrittore sin da marzo attenda l’autunno per far conoscere la sua ultima fatica, ma la stagione delle brume e dei primi freddi e la prospettiva della serenità natalizia fanno vedere in un buon libro nuovo anche l’occasione per “staccare” dalla corsa quotidiana e per offrire a persone care e amici la curiosità e la tranquillità che accompagnano sempre un dono come un libro.

Dopo Franco Giannantoni, che ci ha regalato una preziosa, documentata ricostruzione dei giorni varesini della Liberazione, dopo Luigi Zanzi con un eccezionale tomo di taglio ecostorico della vicenda di Varese, ecco Claudio Benzoni con “Il carattere della parola. Dai graffiti a internet” che ha richiamato nella sala della Biblioteca Civica oltre a un pubblico attento anche giornalisti ed esperti della comunicazione odierna, ovvero gente che è in prima linea nella rivoluzione mediatica che ha investito il globo.

La storia dei segni, della scrittura, è stata proposta più volte da autori di ogni continente, spesso per aggiornarla con novità, scoperte o teorie frutto dei loro studi.

Claudio Benzoni ha fatto centro non trascurando, anzi, l’attualità: l’evoluzione dei segni ai giorni nostri, al tempo della grande rete elettronica che avvolge il globo e in pochi secondi ci fa presenti a migliaia di chilometri di distanza permettendoci di conoscere e condividere le più diverse situazioni, di dare nuove dimensioni alla nostra cultura personale.

Siamo alla seconda chicca di Benzoni come autore – la prima è stata una innovativa ricostruzione delle origini di Varese – alla terza come editore perché ha dato alle stampe una interessante serie di testimonianze sul rapporto con il territorio vissuto da alcune persone.

Essendo solo un cronista non mi avventuro in campi che non sono di mia competenza, ma mi è possibile evidenziare che nel panorama delle attività culturali che hanno come protagonisti i nostri concittadini non sia adeguatamente strutturata e sostenuta anche a livello istituzionale la categoria degli scrittori che hanno lavorato con passione legando anche alla città e al territorio il frutto del loro impegno.

Sono di notevole ampiezza arco e tipologia degli scrittori varesini: pure nelle biblioteche delle nostre case troviamo una quantità delle loro testimonianze letterarie, storiche, scientifiche.

Ci sono tutte familiari, ma non le richiamiamo mai, negando a molti, troppi concittadini la possibilità di conoscerle, di ricordarle, attualizzarle.

Pensavo all’opportunità che offre Radio Missione con la sala san Francesco dove gli scrittori varesini avrebbero la grande occasione di incontrarsi, di essere di casa, conoscersi e farsi conoscere. Un grande traguardo sarebbe la loro unione, diventare cioè gruppo attivo in grado di proporre e centrare in campo culturale obiettivi importanti ai fini della crescita della comunità.

Gli spazi operativi di una associazione sono grandi, non si dà fastidio a nessuno, tra gli scrittori ci sono personaggi che senza sgomitare hanno già servito bene la cultura e la città.

Dai, trovatevi. Le porte di casa nostra sono aperte, già sono state varcate da alcuni di voi. Padre Gianni e il direttore Max Lodi sono ospiti eccezionali.

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