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Cara Varese

CON L’ACQUA ALLA GOLA

PIERFAUSTO VEDANI - 06/12/2013

Eugenio è il titolare di un’edicola nel quartiere di Milano dove sono nato un battaglione intero di anni fa e dove di recente sono ritornato per alcuni giorni. Il tempo sufficiente per essere travolto da una valanga di nipoti e pronipoti. E per ascoltare ogni mattino il rosario di Eugenio che accompagnava la vendita, piuttosto ridotta, di ogni copia di giornale con lamentazioni nei confronti del sindaco di Milano. È successo che il primo cittadino, esponente degli arancioni, quindi un bel mandarino, ha triplicato a Eugenio, e probabilmente a tutti i lavoratori del settore, il balzello che il Comune appioppa per l’occupazione di suolo pubblico con l’edicola. Nel caso specifico il “nostro” non dovrà pagare 1200 euro, ma all’incirca 3600.

Eugenio con le feroci arringhe riscuoteva totale consenso dalla sua clientela e la cosa mi ha stupito perché se non erro la maggioranza del quartiere (famiglie della piccola borghesia, professionisti, avanguardisti curiali ), al momento del voto amministrativo era certa che il nuovo sol dell’avvenire, anche se un po’ sfumato nella tinta, avrebbe ridicolizzato la precedente gestione della cosa pubblica.

Avendo avuto modo di seguire da vicino la vita quotidiana degli edicolanti, ho sempre portato loro un grandissimo rispetto: giù dal letto quando gli altri hanno ancora ore di sonno da sfruttare, turni pesanti di giorno, alla sera quadratura dei conti con centinaia di voci da controllare perché anche se pigro il mercato della stampa presenta una incredibile varietà di offerte.

Il piatto forte di questo mercato è sempre stata la vendita dei quotidiani, purtroppo crollata in questi ultimi tempi: anche le testate più prestigiose hanno perso centinaia di migliaia di copie: come minimo dimezzate le vendite! Dietro la frana c’è l’avanzata dei giornali che imperversano su internet: fulminei nel dare le notizie, nel seguirle arricchendole di particolari e commenti: il giorno dopo i quotidiani raramente hanno sostanziali novità e per di più continuano ad annoiare con pagine dedicate ai pettegolezzi politici. Nemmeno le tv tengono il passo di internet, esse pure perdono i giovani che si dedicano con entusiasmo al nuovo pianeta della comunicazione.

Ho raccontato la sventura tributaria di Eugenio perché credo abbia un risvolto odioso: l’accanimento fiscale nei confronti di una categoria in evidente difficoltà, di lavoratori che conti alla mano non hanno altri margini di guadagno se non quelli ufficiali e risicati legati alla vendita delle pubblicazioni che ricevono dai distributori.

La crisi, le difficoltà dei Comuni, massacrati a loro volta dal potere centrale, vanno capite e si devono accettare eventuali riduzioni dei servizi e aumenti ragionevoli delle imposizioni, ma si può e si deve chiedere la massima attenzione perché certe scelte fiscali non diventino persecuzione e magari l’ anticamera di drammi personali o familiari. Anche la mano pubblica sia solidale e generosa come lo sono i varesini nella loro attenzione ai concittadini in difficoltà. Per i politici dallo stile arancione ci sarà il cartellino rosso. Nessuno può dimenticarsi di chi non ti ha aiutato quando avevi l’acqua alla gola.

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